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Apoteosi della Repubblica di Genova con l'allegoria della Divina Sapienza

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
analisi stilistica,documentazione
AUTN:
Piola, Domenico
AUTA:
Genova 1628-1703
Titolo (SGTT)
Apoteosi della Repubblica di Genova con l'allegoria della Divina Sapienza
SGT
SGTI:
APOTEOSI DELLA REPUBBLICA DI GENOVA
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 2777
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVII-XVIII
Cronologia (DT)
DTM:
analisi stilistica,analisi storica,documentazione,contesto
DTSI:
1700
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Si tratta del bozzetto realizzato dal Piola in occasione del "concorso del 1700", al quale partecipa, insieme al figlio Paolo Gerolamo, per ideare un programma iconografico destinato a decorare la volta della Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale a Genova. Tale opera, identificabile probabilmente con la tela descritta nell'inventario settecentesco dei dipinti e dei beni della famiglia al numero 249, è descritta minuziosamente dal Ratti ed entra a fare parte delle collezioni civiche genovesi nel 1983. Esattamente come il figlio, Piola seleziona un'iconografia volta ad esaltare l'allegoria della Liguria, uno dei soggetti proposti dalla committenza. La figura della Divina Sapienza, motore del Buon Governo, è posta in posizione dominante al centro, al culmine di una successione di figure, tra cui le allegorie delle Virtù che presiedono a un governo saggio e pacifico ed Ercole, immortalato mentre scaccia i vizi e Invidia. Nella parte inferiore del dipinto Piola si distacca dal tono encomiastico che caratterizza tale commissione, per rappresentare, attorno alla colonna rostrata con i simboli della potenza della Repubblica di Genova, alcuni eroi delle maggiori vicende storiche della città, come Guglielmo Embriaco e Cristoforo Colombo, in contrapposizione ai vinti. Dal punto di visto stilistico e compositivo, la composizione di Domenico appare più aperta, mobile e vibrante rispetto a quella del figlio, e risente anche dell'influenza della lezione di Gregorio De Ferrari.