Il dipinto, databile ai pieni anni Sessanta del Cinquecento, si distingue per l'immediatezza dei gesti e dell'espressione delle figure e, a un tempo, per l'esibita sensualità del nudo di Venere. Quest'ultima viene rappresentata nel momento in cui tenta di sottrarre il corno, richiamo per le prede, al suo amato Adone, ormai determinato a partire per la battuta di caccia che determinerà la sua morte. Esistono diverse versioni di questo soggetto, come le due redazioni del tema oggi conservate alla Galleria Borghese di Roma e in collezione privata a Parigi. (PRIARONE 2010, p. 102)
Il dipinto, databile ai pieni anni Sessanta del Cinquecento, si distingue per l'immediatezza dei gesti e dell'espressione delle figure e, a un tempo, per l'esibita sensualità del nudo di Venere. Quest'ultima viene rappresentata nel momento in cui tenta di sottrarre il corno, richiamo per le prede, al suo amato Adone, ormai determinato a partire per la battuta di caccia che determinerà la sua morte. Esistono diverse versioni di questo soggetto, come le due redazioni del tema oggi conservate alla Galleria Borghese di Roma e in collezione privata a Parigi. (PRIARONE 2010, p. 102)