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Studio per dettaglio decorativo con mascherone e volute (sagomato)

Musei di Strada Nuova
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Varni, Santo
AUTA:
1807-1885
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 6902
INVC:
Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Reale
Cronologia (DT)
DTZG:
XIX
DTSI:
1807
DTSF:
1885
MTC
MTC:
carta bianca
MTC:
Grafite
Notizie storico-critiche (NSC)
La creatività progettuale poliedrica di Varni non fu limitata all’ambito proprio della scultura “pura”, ma incluse anche forme di applicazione della stessa all’architettura, all’arredo e all’oggetto d’uso. Questa versatilità senza distinzioni gerarchiche d’impegno, in un’ottica di progettazione globale, già evidenziata dagli studi sul suo rapporto con Odone di Savoia (per cui fu anche consulente per questioni d’arredamento e regista per l’attività di artigiani e ornatisti: Olcese Spingardi in Studi 1996, pp. 3-12 ; Odone 1996), è in generale comunque spesso rilevabile nella cura dei dettagli delle sue realizzazioni plastiche. Essa aveva perfetta corrispondenza con l’eterogeneità del suo collezionismo, comprendente sia arti “maggiori”, che “minori” (armi, mobili, bronzi, vetri, ceramiche, porcellane, smalti, avori e oggetti dell’estremo oriente), di cui è eloquente immagine l’allestimento della sua casa-museo, in linea con il collezionismo borghese dell’epoca. Si tratta, tra l’altro, del più forte punto di tangenza con gli ideali perseguiti nel secondo Ottocento dagli artisti più aggiornati e progressisti (la valorizzazione delle arti decorative per formare il gusto della produzione moderna, sostenuta per es. a Genova da Tammar Luxoro), rispetto ai quali invece, su altri fronti, Varni ebbe diversità di vedute. A consentirgli un’erudizione notevolissima anche nel campo delle arti decorative contribuiva ovviamente la sua notevole biblioteca, ricca di volumi illustrati e raccolte di tavole su temi d’archeologia e storia dell’arte d’epoca diversa, fino ai più moderni repertori, da Piranesi a Owen Jones, anche se motivi d’ispirazione prevalenti, in questi disegni, sembrano piuttosto temi e stilemi desunti dalla tradizione figurativa e d’ornato genovese del passato, dal manierismo al barocco. Nonostante l’abbondanza di fogli relativi a questo tipo di soggetti e la varietà di destinazione degli stessi, motivi analoghi ricorrono più volte, a comporre un repertorio di modelli disponibile e adattabile di volta in volta a diverse esigenze. (Olcese Spingardi in Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 36-38)