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Cristoforo Colombo con figure sulla tolda della caravella (recto)/Studi per figure in costume (verso)

Musei di Strada Nuova
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Varni, Santo
AUTA:
1807-1885
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 6871
INVC:
Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZG:
XIX
DTSI:
1807
DTSF:
1885
MTC
MTC:
inchiostro
MTC:
carta bianca
MTC:
Grafite
Notizie storico-critiche (NSC)
“Date anima al pensiero di Colombo, che ei sorga improntato dal vostro, e s’è vero che gli siate fratelli e concittadini, sollevategli un attestato che l’onori”: così nel 1836 Michele Giuseppe Canale incitava i genovesi, auspicando la sollecita realizzazione di un monumento pubblico celebrativo di una delle massime glorie locali e segnalando nel contempo due meritevoli opere d’iniziativa privata, da poco dedicategli: la palazzina Faraggiana e la decorazione esterna di palazzo Luxardi. Alla prima – concepita come “monumento al nome di Cristoforo Colombo”, su programma iconografico di Pelagio Palagi – aveva preso parte anche il giovane Varni, ancora sotto la guida di Gaggini e autore di cinque bassorilievi con episodi della vita dell’eroe, quattro dei quali da poco ritrovati durante il restauro del Grande Albergo Colombia, poi edificato sul sito della palazzina e futura sede della Biblioteca Universitaria. Sebbene con qualche incertezza, essi testimoniano un significativo passaggio da iconografie neoclassiche – inevitabile il confronto con il Trionfo di Marcello, eseguito anch’esso da Varni con le direttive di Gaggini tra 1829 e 1835, cioè appena precedente e di cui pure di recente si sono recuperati frammenti (Sommariva 2005) – a più moderni soggetti storici di gusto romantico. Pur non direttamente collegabili a essi, né al bozzetto forse preparatorio al quinto bassorilievo mancante della GAM di Genova (Santo Varni 1985, pp.89-90; Giubilei 2004, p.725), e neppure alla partecipazione di Varni alla lunga e successiva vicenda del Monumento a Colombo (dal 1846 al 1862; gli furono affidate la statua della Pietà e di otto Fame, poi non realizzate, cui si riferiscono disegni in GDSPR inv. 6671, 6733, 6734, 6743, 6752: Santo Varni 1985, pp. 134-135; cfr. anche Sborgi 1986; ancora da verificare, inoltre, la notizia riferita da Poggi 1896, p. 52, relativa ad altri suoi monumenti al navigatore realizzati per il Sud America), i fogli documentano il suo interesse per un tema che, più in generale, nell’Italia del Romanticismo, ebbe straordinaria fortuna in ambito letterario, artistico e teatrale. (Olcese Spingardi in Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 14-15)