“Date anima al pensiero di Colombo, che ei sorga improntato dal vostro, e s’è vero che gli siate fratelli e concittadini, sollevategli un attestato che l’onori”: così nel 1836 Michele Giuseppe Canale incitava i genovesi, auspicando la sollecita realizzazione di un monumento pubblico celebrativo di una delle massime glorie locali e segnalando nel contempo due meritevoli opere d’iniziativa privata, da poco dedicategli: la palazzina Faraggiana e la decorazione esterna di palazzo Luxardi. Alla prima – concepita come “monumento al nome di Cristoforo Colombo”, su programma iconografico di Pelagio Palagi – aveva preso parte anche il giovane Varni, ancora sotto la guida di Gaggini e autore di cinque bassorilievi con episodi della vita dell’eroe, quattro dei quali da poco ritrovati durante il restauro del Grande Albergo Colombia, poi edificato sul sito della palazzina e futura sede della Biblioteca Universitaria. Sebbene con qualche incertezza, essi testimoniano un significativo passaggio da iconografie neoclassiche – inevitabile il confronto con il Trionfo di Marcello, eseguito anch’esso da Varni con le direttive di Gaggini tra 1829 e 1835, cioè appena precedente e di cui pure di recente si sono recuperati frammenti (Sommariva 2005) – a più moderni soggetti storici di gusto romantico. Pur non direttamente collegabili a essi, né al bozzetto forse preparatorio al quinto bassorilievo mancante della GAM di Genova (Santo Varni 1985, pp.89-90; Giubilei 2004, p.725), e neppure alla partecipazione di Varni alla lunga e successiva vicenda del Monumento a Colombo (dal 1846 al 1862; gli furono affidate la statua della Pietà e di otto Fame, poi non realizzate, cui si riferiscono disegni in GDSPR inv. 6671, 6733, 6734, 6743, 6752: Santo Varni 1985, pp. 134-135; cfr. anche Sborgi 1986; ancora da verificare, inoltre, la notizia riferita da Poggi 1896, p. 52, relativa ad altri suoi monumenti al navigatore realizzati per il Sud America), i fogli documentano il suo interesse per un tema che, più in generale, nell’Italia del Romanticismo, ebbe straordinaria fortuna in ambito letterario, artistico e teatrale. (Olcese Spingardi in Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 14-15)
“Date anima al pensiero di Colombo, che ei sorga improntato dal vostro, e s’è vero che gli siate fratelli e concittadini, sollevategli un attestato che l’onori”: così nel 1836 Michele Giuseppe Canale incitava i genovesi, auspicando la sollecita realizzazione di un monumento pubblico celebrativo di una delle massime glorie locali e segnalando nel contempo due meritevoli opere d’iniziativa privata, da poco dedicategli: la palazzina Faraggiana e la decorazione esterna di palazzo Luxardi. Alla prima – concepita come “monumento al nome di Cristoforo Colombo”, su programma iconografico di Pelagio Palagi – aveva preso parte anche il giovane Varni, ancora sotto la guida di Gaggini e autore di cinque bassorilievi con episodi della vita dell’eroe, quattro dei quali da poco ritrovati durante il restauro del Grande Albergo Colombia, poi edificato sul sito della palazzina e futura sede della Biblioteca Universitaria. Sebbene con qualche incertezza, essi testimoniano un significativo passaggio da iconografie neoclassiche – inevitabile il confronto con il Trionfo di Marcello, eseguito anch’esso da Varni con le direttive di Gaggini tra 1829 e 1835, cioè appena precedente e di cui pure di recente si sono recuperati frammenti (Sommariva 2005) – a più moderni soggetti storici di gusto romantico. Pur non direttamente collegabili a essi, né al bozzetto forse preparatorio al quinto bassorilievo mancante della GAM di Genova (Santo Varni 1985, pp.89-90; Giubilei 2004, p.725), e neppure alla partecipazione di Varni alla lunga e successiva vicenda del Monumento a Colombo (dal 1846 al 1862; gli furono affidate la statua della Pietà e di otto Fame, poi non realizzate, cui si riferiscono disegni in GDSPR inv. 6671, 6733, 6734, 6743, 6752: Santo Varni 1985, pp. 134-135; cfr. anche Sborgi 1986; ancora da verificare, inoltre, la notizia riferita da Poggi 1896, p. 52, relativa ad altri suoi monumenti al navigatore realizzati per il Sud America), i fogli documentano il suo interesse per un tema che, più in generale, nell’Italia del Romanticismo, ebbe straordinaria fortuna in ambito letterario, artistico e teatrale. (Olcese Spingardi in Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 14-15)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
donazione
Nome (ACQN):
Marco Fabio Apolloni
Data acquisizione (ACQD):
2010
Citazione completa (BIL)
Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 14-15