Il foglio si riferisce all’elaborazione dei quattordici bassorilievi per la Sala da ballo del genovese Palazzo Reale, databile al 1842-43.
In queste figure convergono da un lato la lezione del primo maestro di Varni, Giuseppe Gaggini – ovvio il rimando alle danzatrici del salone di Palazzo Tursi, in rapporto con la cultura antiquaria, in voga tra Sette e Ottocento, anche grazie a Canova - dall’altro più moderni stimoli, derivati da Lorenzo Bartolini, tramite il quale Varni pervenne a una raffinata rilettura dell’antico, mediata attraverso John Flaxman (1755-1826), su cui il maestro toscano si era confrontato a inizio secolo. Ne derivano composizioni condensate in primo piano, emergenti in modo netto dal fondo omogeneo, forme cesellate e soprattutto andamenti lineari astraenti, qui evidenti nel trattamento dei panneggi. Caratteri già di Venere e Cupido, esposto nel 1836 (“Magazzino Pittorico Universale”, 1836, n.4, tav.4; Santo Varni 1985, pp.22, 81, notevoli le analogie con tre opere raff.Teti blandisce Zeus di Bartolini, Flaxman e Ingres: M.T.Caracciolo, in Lorenzo Bartolini 2011, scheda 6, pp.185-189) e poi di bassorilievi come quelli per le tombe Paulucci e Cobley, della Chiesa della SS. Concezione, La Madonna col Bambino e due angeli, già della porta Mercanzia, oggi al Museo di sant’Agostino (Cavelli 1984, pp.76,82; Santo Varni 1985, pp.69-70,83) e le figure per l’atrio di villa Faraggiana ad Albisola, che pure gli sono attribuibili. (Olcese Spingardi in Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 18-23)
Il foglio si riferisce all’elaborazione dei quattordici bassorilievi per la Sala da ballo del genovese Palazzo Reale, databile al 1842-43.
In queste figure convergono da un lato la lezione del primo maestro di Varni, Giuseppe Gaggini – ovvio il rimando alle danzatrici del salone di Palazzo Tursi, in rapporto con la cultura antiquaria, in voga tra Sette e Ottocento, anche grazie a Canova - dall’altro più moderni stimoli, derivati da Lorenzo Bartolini, tramite il quale Varni pervenne a una raffinata rilettura dell’antico, mediata attraverso John Flaxman (1755-1826), su cui il maestro toscano si era confrontato a inizio secolo. Ne derivano composizioni condensate in primo piano, emergenti in modo netto dal fondo omogeneo, forme cesellate e soprattutto andamenti lineari astraenti, qui evidenti nel trattamento dei panneggi. Caratteri già di Venere e Cupido, esposto nel 1836 (“Magazzino Pittorico Universale”, 1836, n.4, tav.4; Santo Varni 1985, pp.22, 81, notevoli le analogie con tre opere raff.Teti blandisce Zeus di Bartolini, Flaxman e Ingres: M.T.Caracciolo, in Lorenzo Bartolini 2011, scheda 6, pp.185-189) e poi di bassorilievi come quelli per le tombe Paulucci e Cobley, della Chiesa della SS. Concezione, La Madonna col Bambino e due angeli, già della porta Mercanzia, oggi al Museo di sant’Agostino (Cavelli 1984, pp.76,82; Santo Varni 1985, pp.69-70,83) e le figure per l’atrio di villa Faraggiana ad Albisola, che pure gli sono attribuibili. (Olcese Spingardi in Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 18-23)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
donazione
Nome (ACQN):
Marco Fabio Apolloni
Data acquisizione (ACQD):
2010
Citazione completa (BIL)
Boccardo, Olcese Spingardi, Priarone 2011, pp. 18-23