La registrazione inventariale di questo foglio quale opera di ignoto autore del XVIII, non risulta certo migliorata dal posteriore commento di Mario Bonzi che, qualificandolo come «accademia», intendeva certo che andasse considerato solo in termini di esercitazione.
In realtà, ricondotto ora alla mano di Sinibaldo Scorza, è risultato essere effettivamente una prova iniziale in vista della definzione della figura di Adamo da rappresentare insieme ad Eva e, ovviamente, a molti animali, in un dipinto dedicato al Peccato Originale, oggi conservato all’Accademia Carrara di Bergamo. Per i due protagonisti della scena si conoscono alcuni studi preparatori, ed è appunto un foglio conservato al Muzeum Narodowe a Cracovia (inv. XV Rr. 789) a dimostrare la relazione tra la figurina delineata sul disegno genovese e il definitivo Peccato originale: Adamo era stato infatti inizialmente previsto seduto, e non semisdraiato, di spalle ma, effettuando una notevole torsione del busto, rivolto a Eva che è posta dietro di lui: data la posizione dei due protagonisti è curiosamente con la sinistra che il progenitore riceve il frutto proibito.
Mary Newcome nel pubblicare il disegno citato di Cracovia e quello nella stessa raccolta che costituisce la successiva fase di studio della composizione (MNK XV Rr. 894), ha ritenuto di riferire cronologicamente il quadro e i due studi grafici polacchi al 1609 perché tale cifra è segnata in alto a sinistra, ma non proprio lungo il margine del foglio, sul recto di quello citato per primo, ma quel numero, forse anche una data, è vergato in una posizione e forma anomala rispetto al modo in cui Scorza ha di solito apposto il suo nome e in due casi la data – Donna con bimbo in braccio e cesta sulla testa Cracovia, MN XV Rr. 644, datato 1607, (cfr. Rothowa 1969, fig. 15; Genova 2017, p. 27 fig. 34); e Orfeo incanta gli animali, Amsterdam, Rijksmuseum, Rijksprentenkabinet, inv. 1963:336, datato 1621 – su suoi disegni, e quindi pur senza necessariamente dubitare di un riferimento alla prima attività dell’artista, si può invece discutere di un preciso riferimento cronologico a quell’anno.
La notevole accuratezza con cui è resa l’anatomia nel disegno genovese, ove tutta una serie di tratti di penna paralleli e incrociati è funzionale a rendere, con una tecnica che riprende quella dell’incisione, le ombre – dimostrando con questo che l’artista era arrivato a una fase avanzata di definizione di questa soluzione poi abbandonata – costituisce un utile termine di paragone per un gruppo di altri fogli del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, in quanto ora attribuiti a Scorza, per i quali invece non sono stati finora trovati riscontri con altri disegni o dipinti del pittore. (Boccardo in Boccardo, Priarone 2017, p. 68)
Sul verso in alto a sinistra: "57" e "Acquisto Montecucco Cart 19 passato in Cart 16", in basso: "12409", a sinistra: "N° 182" e "57"
Notizie storico-critiche (NSC)
La registrazione inventariale di questo foglio quale opera di ignoto autore del XVIII, non risulta certo migliorata dal posteriore commento di Mario Bonzi che, qualificandolo come «accademia», intendeva certo che andasse considerato solo in termini di esercitazione.
In realtà, ricondotto ora alla mano di Sinibaldo Scorza, è risultato essere effettivamente una prova iniziale in vista della definzione della figura di Adamo da rappresentare insieme ad Eva e, ovviamente, a molti animali, in un dipinto dedicato al Peccato Originale, oggi conservato all’Accademia Carrara di Bergamo. Per i due protagonisti della scena si conoscono alcuni studi preparatori, ed è appunto un foglio conservato al Muzeum Narodowe a Cracovia (inv. XV Rr. 789) a dimostrare la relazione tra la figurina delineata sul disegno genovese e il definitivo Peccato originale: Adamo era stato infatti inizialmente previsto seduto, e non semisdraiato, di spalle ma, effettuando una notevole torsione del busto, rivolto a Eva che è posta dietro di lui: data la posizione dei due protagonisti è curiosamente con la sinistra che il progenitore riceve il frutto proibito.
Mary Newcome nel pubblicare il disegno citato di Cracovia e quello nella stessa raccolta che costituisce la successiva fase di studio della composizione (MNK XV Rr. 894), ha ritenuto di riferire cronologicamente il quadro e i due studi grafici polacchi al 1609 perché tale cifra è segnata in alto a sinistra, ma non proprio lungo il margine del foglio, sul recto di quello citato per primo, ma quel numero, forse anche una data, è vergato in una posizione e forma anomala rispetto al modo in cui Scorza ha di solito apposto il suo nome e in due casi la data – Donna con bimbo in braccio e cesta sulla testa Cracovia, MN XV Rr. 644, datato 1607, (cfr. Rothowa 1969, fig. 15; Genova 2017, p. 27 fig. 34); e Orfeo incanta gli animali, Amsterdam, Rijksmuseum, Rijksprentenkabinet, inv. 1963:336, datato 1621 – su suoi disegni, e quindi pur senza necessariamente dubitare di un riferimento alla prima attività dell’artista, si può invece discutere di un preciso riferimento cronologico a quell’anno.
La notevole accuratezza con cui è resa l’anatomia nel disegno genovese, ove tutta una serie di tratti di penna paralleli e incrociati è funzionale a rendere, con una tecnica che riprende quella dell’incisione, le ombre – dimostrando con questo che l’artista era arrivato a una fase avanzata di definizione di questa soluzione poi abbandonata – costituisce un utile termine di paragone per un gruppo di altri fogli del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, in quanto ora attribuiti a Scorza, per i quali invece non sono stati finora trovati riscontri con altri disegni o dipinti del pittore. (Boccardo in Boccardo, Priarone 2017, p. 68)