La tela raffigura una donna androgina circondata da specchi e con un prisma di vetro nella mano destra.
DES
DESS:
figure: donna
Titolo (SGTT)
Idolo del prisma
SGT
SGTI:
ritratto femminile
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GX1993.473
DTZ
DTZG:
XX
Cronologia (DT)
DTM:
data,iscrizione
DTSI:
1925
DTSF:
1925
MTC
MTC:
olio su tavola
Notizie storico-critiche (NSC)
Nel ritrarre quest’enigmatica figura androgina, attraversata - nello straniante ribaltamento dei tagli prospettici - dai dinamici riflessi degli specchi, Ferrazzi adottò le fondamentali tensioni stilistiche della variegata cultura novecentista, sviluppando un personale processo di sintesi tra la sua moderna sensibilità estetica e i diretti richiami alla tradizione classica, allora prevalenti nel clima internazionale del “ritorno all’ordine”. L’artista romano riprese in particolare la tendenza a sfumare l’impianto realista della composizione pittorica nell’indeterminatezza percettiva di una straniante e ambigua rappresentazione: un ossimoro visuale frequente nella corrente del realismo magico. Mettendo al centro della composizione il motivo del prisma - spesso ricorrente nella sua ricerca pittorica - Ferrazzi elaborò, nella sintetica simultaneità di quest’opera, un’equilibrata dialettica espressiva tra riferimenti stilistici e iconografici alla tradizione rinascimentale e rimandi all’estetica boccioniana e alla meccanicità dei manichini di Depero, autore nel 1917 di un acquarello sul medesimo soggetto.
Primo piano, sala "Duilio Cambellotti e l’ambiente romano degli anni Venti"
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRCM:
Collezione di Mitchell Wolfson Jr.
PRDU:
2007
PRCT:
collezione
PRCQ:
privata
TCL:
luogo di provenienza
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GX1993.473
DTZ
DTZG:
XX
Cronologia (DT)
DTM:
data,iscrizione
DTSI:
1925
DTSF:
1925
Autore (AUT)
AUTM:
firma
AUTN:
Ferrazzi, Ferruccio
AUTA:
Roma, 1891 - Roma, 1978
MTC
MTC:
olio su tavola
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
159
MISL:
93
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
La tela raffigura una donna androgina circondata da specchi e con un prisma di vetro nella mano destra.
DES
DESS:
figure: donna
Iscrizioni (ISR)
ISRC:
firma; data
ISRL:
italiano
ISRS:
a pennello
ISRT:
stampatello alto-basso
ISRP:
al centro della base del piedistallo su cui si trova la figura
ISRI:
Ferruccio Ferrazzi/ 1925
Notizie storico-critiche (NSC)
Nel ritrarre quest’enigmatica figura androgina, attraversata - nello straniante ribaltamento dei tagli prospettici - dai dinamici riflessi degli specchi, Ferrazzi adottò le fondamentali tensioni stilistiche della variegata cultura novecentista, sviluppando un personale processo di sintesi tra la sua moderna sensibilità estetica e i diretti richiami alla tradizione classica, allora prevalenti nel clima internazionale del “ritorno all’ordine”. L’artista romano riprese in particolare la tendenza a sfumare l’impianto realista della composizione pittorica nell’indeterminatezza percettiva di una straniante e ambigua rappresentazione: un ossimoro visuale frequente nella corrente del realismo magico. Mettendo al centro della composizione il motivo del prisma - spesso ricorrente nella sua ricerca pittorica - Ferrazzi elaborò, nella sintetica simultaneità di quest’opera, un’equilibrata dialettica espressiva tra riferimenti stilistici e iconografici alla tradizione rinascimentale e rimandi all’estetica boccioniana e alla meccanicità dei manichini di Depero, autore nel 1917 di un acquarello sul medesimo soggetto.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
donazione
Nome (ACQN):
Mitchell Wolfson Jr.
Data acquisizione (ACQD):
2007
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia colore
FTAN:
idolo del prisma
FTAT:
109124
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Motivazione (ADSM):
scheda contenente dati liberamente accessibili
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2023
Osservazioni (OSS)
«Per me è la bambola che vidi con Depero nello stupore di una sera a Milano, nella vetrina di un parrucchiere […]. Per me è questo nervoso prismatismo della nostra epoca che rivive rigido, perfido e fermo in quella fanciulla […]». Così Ferruccio Ferrazzi ricordava nel 1931 la suggestiva visione che aveva ispirato Idolo del prisma, la sua opera più celebre, ritenuta uno tra i capolavori del realismo magico, corrente pittorica del Novecento italiano contraddistinta da inquiete atmosfere di sospensione.