Link alla homepage logo musei di genova header

Poltrona per la stazione marittima Andrea Doria

Collezione Wolfsoniana
OGT
OGTD:
armchair
OGTT:
arredo
OGTD:
poltrona
Autore (AUT)
AUTR:
autore
AUTM:
documentazione
AUTN:
Vietti, Luigi
AUTA:
Cannobio, 1903 - Milano, 1998
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Poltroncina in legno di noce di ideazione razionalista.
DES
DESS:
oggetti: sedie
Titolo (SGTT)
Poltrona per la stazione marittima Andrea Doria
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GG1998.1
DTZ
DTZG:
XX
Cronologia (DT)
DTZS:
secondo quarto
DTM:
documentazione
DTSI:
1932
DTSV:
ca
DTSF:
1933
DTSL:
ca
MTC
MTC:
legno di noce lamellare curvato
Notizie storico-critiche (NSC)
Vietti presentò alla V Triennale di Milano del 1933 il modello di poltroncina da lui realizzato e già utilizzato nell’arredo della stazione marittima Andrea Doria di Genova, operativa da alcuni mesi ma inaugurata ufficialmente il 28 ottobre 1933. Realizzata in legno multistrato lamellare curvato, la sedia è ispirata alle celebri sedute a sbalzo in legno di betulla e compensato che l’architetto finlandese Alvar Aalto aveva ideato a partire dal 1929 e che furono esposte nella sezione finlandese alla successiva Triennale, nel 1936.
Tali poltroncine convivevano con mobili d’impianto razionalista nella sala di soggiorno dell’appartamento per una famiglia, posizionato al quinto piano, dell’Abitazione tipica a struttura d’acciaio, presentata dal gruppo degli architetti liguri guidato da Luigi Vietti e Luigi Carlo Daneri e di cui facevano parte anche Fineschi, Zappa, Morozzo della Rocca, Vicoli, Crosa di Vergagni e Haupt.
La forma semplice e funzionale e la scelta del materiale rendevano il design di questa poltrona perfetto per la produzione industriale in serie. Questa attenzione ai nuovi processi produttivi contraddistingueva la complessiva proposta di Vietti, come non mancò di sottolineare Luigi Carlo Daneri: “L’arredamento è interessante per la presenza di numerosi mobili scomponibili e sovrapponibili, da disporsi secondo le necessità e la volontà dell’inquilino; gli armadi sono tutti di un unico tipo per produzione standardizzata e si possono tanto accostare che sovrapporre”.