Poltroncina in legno di noce di ideazione razionalista.
DES
DESS:
oggetti: sedie
Titolo (SGTT)
Poltrona per la stazione marittima Andrea Doria
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GG1998.1
DTZ
DTZG:
XX
Cronologia (DT)
DTM:
documentazione
DTSI:
1932
DTSV:
ca
DTSF:
1932
DTSL:
ca
MTC
MTC:
legno di noce lamellare curvato
Notizie storico-critiche (NSC)
Vietti presentò il suo modello di poltroncina già utilizzato nell’arredo della stazione marittima Andrea Doria di Genova, operativa da alcuni mesi ma inaugurata ufficialmente il 28 ottobre 1933. Realizzata in legno multistrato lamellare curvato, la sedia mostra notevoli analogie con le celebri sedute a sbalzo in legno di betulla e compensato che l’architetto finlandese Alvar Aalto aveva ideato a partire dal 1929 ed espose nella sezione finlandese alla successiva Triennale. La forma semplice e funzionale e la scelta del materiale rendevano il design della poltrona perfetto per la produzione industriale in serie. Questa attenzione ai nuovi processi produttivi contraddistingueva, del resto, la complessiva proposta di Vietti, come non mancò di sottolineare Daneri: “L’arredamento è interessante per la presenza di numerosi mobili scomponibili e sovrapponibili, da disporsi secondo le necessità e la volontà dell’inquilino; gli armadi sono tutti di unico tipo per produzione standardizzata e si possono tanto accostare che sovrapporre”.
Poltroncina in legno di noce di ideazione razionalista.
DES
DESS:
oggetti: sedie
Notizie storico-critiche (NSC)
Vietti presentò il suo modello di poltroncina già utilizzato nell’arredo della stazione marittima Andrea Doria di Genova, operativa da alcuni mesi ma inaugurata ufficialmente il 28 ottobre 1933. Realizzata in legno multistrato lamellare curvato, la sedia mostra notevoli analogie con le celebri sedute a sbalzo in legno di betulla e compensato che l’architetto finlandese Alvar Aalto aveva ideato a partire dal 1929 ed espose nella sezione finlandese alla successiva Triennale. La forma semplice e funzionale e la scelta del materiale rendevano il design della poltrona perfetto per la produzione industriale in serie. Questa attenzione ai nuovi processi produttivi contraddistingueva, del resto, la complessiva proposta di Vietti, come non mancò di sottolineare Daneri: “L’arredamento è interessante per la presenza di numerosi mobili scomponibili e sovrapponibili, da disporsi secondo le necessità e la volontà dell’inquilino; gli armadi sono tutti di unico tipo per produzione standardizzata e si possono tanto accostare che sovrapporre”.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
donazione
Nome (ACQN):
Autorità Portuale di Genova
Data acquisizione (ACQD):
1998
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia colore
FTAN:
Vietti
FTAT:
109123
Mostre (MST)
MSTT:
Quinta Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne
MSTL:
Milano, Palazzo dell’Arte
MSTD:
6 maggio 1933 -
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Motivazione (ADSM):
scheda contenente dati liberamente accessibili
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2023
Osservazioni (OSS)
Il 6 maggio 1933 aprì i battenti la quinta edizione dell’Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne non più nella Villa reale di Monza ma nel Palazzo dell’Arte, appositamente costruito, su progetto di Giovanni Muzio, a Milano nel parco Sempione. La rassegna aveva ampliato il tema espositivo, dedicandosi, fin dal titolo, anche all’architettura moderna. Oltre a presentare le “produzioni di arte applicata moderna autentiche ed originali” e gli esempi più significativi dell’architettura moderna internazionale, il nuovo direttorio organizzatore, composto da Carlo A. Felice, Gio Ponti e Mario Sironi, decise di dare ampio spazio alla pittura murale; infine, nel parco era prevista la Mostra dell’abitazione che proponeva all’attenzione del pubblico alcune costruzioni tipiche “concepite e arredate secondo i bisogni e i costumi d’oggi”.