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Viaggio della famiglia di Abramo

Museo Giannettino Luxoro
OGT
OGTD:
dipinto
Titolo (SGTT)
Viaggio della famiglia di Abramo
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
M. G. L. 388
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTM:
analisi stilistica
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
La tela è attribuita nell'inventario del 1947 a Giovanni Benedetto Castiglione, anche se la sua paternità non è mai stata confermata né smentita dalla critica a causa anche del cattivo stato di conservazione in cui versa il dipinto. E' evidente che si tratta di una copia, probabilmente d'epoca, della tela di identico soggetto conservata a Palazzo Rosso, ad eccezione del paesaggio in lontananza, decisamente diverso rispetto all'originale. Pare che l'autore della copia, forse un allievo del Grechetto o un pittore della sua bottega, abbia ripreso i personaggi che popolano la scena in maniera identica, inserendoli però in un paesaggio più aperto, privo della montagna che chiude sulla sinistra la composizione di Castiglione, sostituita da una piccola radura nella quale emerge una modesta abitazione in legno. Identica all'originale la Figura di Abramo a Cavallo, che differisce solo per la maggiore espressività del volto e maggiore cura della barba, più folta e soffice nella copia. Anche le due donne che dialogano in primo piano sono riprese in maniera identica dall'anonimo pittore, il quale aggiunge il dettaglio dell'uomo che fa capolino dietro di loro, reggendo un grande vaso dorato. Allo stesso modo il pittore riprende il giovane accovacciato sulla sinistra in primo piano che impugna con una mano il manico di un'anfora, mentre con l'altra afferra dal collo un'anatra; la posa è quasi identica, differendo leggermente nella posizione della testa, mentre compare anche qui il dettaglio del calzino blu abbassato sulla caviglia. Torna il dettaglio della pastorella a cavallo raffigurata di spalle, dettaglio che ritroviamo in diverse tele del Grechetto, anche nell'esemplare di Palazzo Rosso. Mancano nella copia del Luxoro l'erma e la grande urna dalla forma classica che chiudono la composizione sulla destra nell'originale di Palazzo Rosso, carichi di significato simbolico con riferimento chiaro all'Eternità. Difficile stabilire la mano dell' autore del dipinto, che potrebbe identificarsi in un uno dei numerosi artisti che collaborano col Grechetto, o che realizzano copie, anche per studio, delle tele del maestro genovese. La realizzazione della copia potrebbe datarsi dopo il 1654, quando si colloca l'originale di Palazzo Rosso. Da sottolineare la difformità tra la composizione in primo piano e la debolezza nella resa del paesaggio, forse dovuta all'intervento di più mani; in particolare si segnalano l'imponente figura di Abramo, dove il sapiente utilizzo della luce modella la folta barba e i tratti pensierosi del volto, così come avviene per la figura del cavallo, elegante e maestoso e nelle due donne in primo piano, dai lineamenti morbidi ed eleganti.