Il dipinto raffigura la Madonna con il Bambino. La Vergine è dipinta dalla vita in su, volta per tre quarti .
Titolo (SGTT)
Madonna con Bambino
SGT
SGTI:
Madonna con Bambino
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
M. G. L. 1817
DTZ
DTZG:
XVIII
Cronologia (DT)
DTSI:
1710
DTSV:
post
DTSF:
1782
DTSL:
ante
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Nell'inventario emerge una generica attribuzione a pittore genovese, non più sostenibile; il dipinto è da ricondurre all'ambiente napoletano e in particolare alla produzione pittorica di Francesco De Mura, con il quale condivide caratteristiche cromatiche e stilistiche evidenti. Si segnala l'esistenza di un dipinto del pittore napoletano conservato a Madrid in Palazzo Reale, tanto vicino al dipinto del Luxoro da ritenere che quest'ultimo sia una copia dell'epoca, forse da ricondurre allo stesso artista. La tela spagnola, infatti, fa parte di un'ampia serie con medesimo soggetto (cinque ovali ripetuti senza variazioni) dove la figura del San Giovannino riflette un particolare modello napoletano. La presenza di De Mura a Napoli, dove lavora per la corte spagnola, è segnalata nel 1738, data post quem per la realizzazione di un'eventuale replica. Dal confronto con l'esemplare spagnolo, inoltre, si nota una certa affinità tra l'autore del dipinto del Luxoro e il De Mura: la composizione è la medesima, con la Vergine che scosta il velo per mostrare il Bambino il quale, in posa incerta, poggia la sua mano in quella della madre come per sostenersi in posizione retta. Anche il tratto pittorico e la resa del volto della donna paiono molto vicini, così come la mano affusolata ed elegante della Vergine. Allo stesso modo l'anonimo pittore dimostra molta attenzione nella resa del volto, molto espressivo, del Bambino che guarda dritto verso lo spettatore, così come nel modo in cui il pittore riporta lo sguardo amorevole della Vergine nei confronti del figlioletto.
Il dipinto raffigura la Madonna con il Bambino. La Vergine è dipinta dalla vita in su, volta per tre quarti .
Notizie storico-critiche (NSC)
Nell'inventario emerge una generica attribuzione a pittore genovese, non più sostenibile; il dipinto è da ricondurre all'ambiente napoletano e in particolare alla produzione pittorica di Francesco De Mura, con il quale condivide caratteristiche cromatiche e stilistiche evidenti. Si segnala l'esistenza di un dipinto del pittore napoletano conservato a Madrid in Palazzo Reale, tanto vicino al dipinto del Luxoro da ritenere che quest'ultimo sia una copia dell'epoca, forse da ricondurre allo stesso artista. La tela spagnola, infatti, fa parte di un'ampia serie con medesimo soggetto (cinque ovali ripetuti senza variazioni) dove la figura del San Giovannino riflette un particolare modello napoletano. La presenza di De Mura a Napoli, dove lavora per la corte spagnola, è segnalata nel 1738, data post quem per la realizzazione di un'eventuale replica. Dal confronto con l'esemplare spagnolo, inoltre, si nota una certa affinità tra l'autore del dipinto del Luxoro e il De Mura: la composizione è la medesima, con la Vergine che scosta il velo per mostrare il Bambino il quale, in posa incerta, poggia la sua mano in quella della madre come per sostenersi in posizione retta. Anche il tratto pittorico e la resa del volto della donna paiono molto vicini, così come la mano affusolata ed elegante della Vergine. Allo stesso modo l'anonimo pittore dimostra molta attenzione nella resa del volto, molto espressivo, del Bambino che guarda dritto verso lo spettatore, così come nel modo in cui il pittore riporta lo sguardo amorevole della Vergine nei confronti del figlioletto.