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Madonna con Bambino e San Giovannino

Museo Giannettino Luxoro
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTS:
cerchia
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Castello, Valerio
AUTA:
Genova, 1624 - 1659
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Il dipinto raffigura la Madonna, con il Bambino su di uno sfondo oscuro, appena ravvivato dalla presenza, sulla destra, di una tenda che fa da quinta al gruppo di figure. San Giovannino Battista, in posizione contrapposta a quella del Bambino, gli tende una manina.
Titolo (SGTT)
Madonna con Bambino e San Giovannino
SGT
SGTI:
Madonna con Bambino e San Giovannino
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
M. G. L. 612
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1601
DTSV:
post
DTSF:
1700
DTSL:
ante
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Nell'inventario il dipinto figura come anonimo del XVIII secolo, ma la critica ha da sempre riconosciuto la vicinanza dell'autore alla cerchia di Valerio Castello, senza individuarne la mano, collocandone l'esecuzione intorno alla metà del Seicento. Escludendo la mano del maestro, è difficile stabilirne con certezza la paternità tra la cerchia di allievi di Valerio, tra i quali spiccano Bartolomeo Biscaino, Stefano Magnasco, il Cervetto e Giovanni Battista Merano, i quali reinterpretano la lezione del maestro rendendone la pennellata meno franta e filamentosa. Si segnala l'esistenza di una copia del dipinto, pubblicata da Venanzio Belloni nel 1974 come originale di Pellegro Piola, ma che la critica più recente esclude dal catalogo di Pellegro. Il confronto con altre opere del giovane Piola infatti mette in evidenzia un utilizzo diverso della luce, che in Pellegro modella in maniera più esperta i volti, oltre al tono lievemente rossastro di alcune zone dei volti, caratteristica che si deve forse alla lezione del Grechetto, comune a molti artisti della cerchia di Valerio. Tra i pittori della cerchia del Castello il più vicino all'autore del dipinto pare sia Stefano Magnasco, in particolare per il taglio degli occhi, evidente nella figura del Bambino, oltre al particolare modo di tornire le figure, piene ed eleganti, che Magnasco apprende durante il soggiorno romano. Da notare inoltre lo studio della scultura romana, appresa forse a Genova attraverso la lezione di Pierre Puget e Domenico Parodi, evidente nel modo di tornire le figure e nel particolare della mano della Madonna, che affonda le dita nella carne del figlio che tiene in braccio, come in alcuni esemplari opera di scultori genovesi, aggiornati alla lezione romana.

Persona