L’oggetto è formato da 16 placchette in osso scolpito a bassorilievo, fissate ad una struttura in legno di forma rettangolare, sormontata da un coperchio a piramide, con maniglia metallica, decorato da motivi geometrici, alla “certosina”, intarsiati in legno e avorio. Tracce di doratura si notano su alcune placchette del lato opposto a quello munito di serratura. I soggetti raffigurati comprendono quattro putti reggi scudo in posizione angolare mentre una serie di figure maschili e femminili, in coppia o isolate, campeggiano sugli altri tasselli.
Titolo (SGTT)
Cofanetto
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
M.G.L. 727
DTZ
DTZG:
sec. XIV
Cronologia (DT)
DTZS:
fine
DTSI:
1301
DTSV:
post
DTSF:
1400
DTSL:
ante
MTC
MTC:
avorio
MTC:
legno
MTC:
osso, legno, avorio
Notizie storico-critiche (NSC)
Il cofanetto apparteneva ad Augusto Luxoro fin dal XIX secolo. È infatti citato nel catalogo dell'Esposizione Artistico Archeologico Industriale del 1868 come proprietà del Dottor Luxoro. Il cofanetto rientra in una produzione molto vasta ed eterogenea che in passato è stata ricondotta globalmente alla bottega di Baldassarre degli Ubriachi (o Embriachi). La critica recente ha ridimensionato il catalogo delle opere effettivamente attribuibili alla manifattura di Baldassarre ipotizzando la presenza di altre botteghe operose nell’Italia settentrionale tra la seconda metà del Trecento e la prima metà del secolo successivo, dalle quali sono usciti arredi sacri (soprattutto trittici per altari) e un gran numero di cofanetti molto diversi tra loro, non solo per forma e dimensioni, ma anche per lo stile dei bassorilievi e la datazione. L’esemplare della collezione Luxoro, databile al tardo XIV secolo, come rivela il linguaggio figurativo ancora di matrice trecentesca e i particolari degli abiti dei personaggi, si può accostare ad un piccolo gruppo di cofanetti analoghi, che rientrano in un tipo di produzione seriale, meno accurata.
L’oggetto è formato da 16 placchette in osso scolpito a bassorilievo, fissate ad una struttura in legno di forma rettangolare, sormontata da un coperchio a piramide, con maniglia metallica, decorato da motivi geometrici, alla “certosina”, intarsiati in legno e avorio. Tracce di doratura si notano su alcune placchette del lato opposto a quello munito di serratura. I soggetti raffigurati comprendono quattro putti reggi scudo in posizione angolare mentre una serie di figure maschili e femminili, in coppia o isolate, campeggiano sugli altri tasselli.
Notizie storico-critiche (NSC)
Il cofanetto apparteneva ad Augusto Luxoro fin dal XIX secolo. È infatti citato nel catalogo dell'Esposizione Artistico Archeologico Industriale del 1868 come proprietà del Dottor Luxoro. Il cofanetto rientra in una produzione molto vasta ed eterogenea che in passato è stata ricondotta globalmente alla bottega di Baldassarre degli Ubriachi (o Embriachi). La critica recente ha ridimensionato il catalogo delle opere effettivamente attribuibili alla manifattura di Baldassarre ipotizzando la presenza di altre botteghe operose nell’Italia settentrionale tra la seconda metà del Trecento e la prima metà del secolo successivo, dalle quali sono usciti arredi sacri (soprattutto trittici per altari) e un gran numero di cofanetti molto diversi tra loro, non solo per forma e dimensioni, ma anche per lo stile dei bassorilievi e la datazione. L’esemplare della collezione Luxoro, databile al tardo XIV secolo, come rivela il linguaggio figurativo ancora di matrice trecentesca e i particolari degli abiti dei personaggi, si può accostare ad un piccolo gruppo di cofanetti analoghi, che rientrano in un tipo di produzione seriale, meno accurata.