Cassone a forma di parallelepipedo, poggiante su quattro piedi a forma di teste mostruose, con basamento aggettante, riccamente intagliato con motivi fitomorfi, faccia anteriore e laterali profilate da cornici a ovoli, bocchetta in brionzo e maniglie laterali in ferro battuto. Ai lati due elementi scolpiti quasi a tutto tondo fungono da montanti: un telamone a destra e una cariatide a sinistra, impostati su un mascherone e reggenti sul capo un capitello ionico. Coperchio in gran parte frutto di rifacimento, con cornice sporgente intagliata con motivi fitomorfi stilizzati.
Titolo (SGTT)
Cassone
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
M.G.L. 62
DTZ
DTZG:
sec. XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
fine
MTC
MTC:
lastronatura in radica di noce
MTC:
legno di noce scolpito- intagliato
Notizie storico-critiche (NSC)
Il mobile si può ricollegare all'ebanisteria genovese tra XVI e primi decenni del XVII secolo, una produzione definita in gergo antiquariale "a bambocci", per la presenza di elementi figurati scolpiti. In questo caso, i piedi e le figure laterali, di buon livello qualitativo, si richiamano al repertorio di gusto manierista, assai diffuso localmente. Analogie con altri due cassoni conservati in Liguria (Castello di Arenzano e Convento Domenicani di Taggia) e con alcuni complessi di arredi ancora conservati in chiese della zona (ad es. il coro ligneo della chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari).
Cassone a forma di parallelepipedo, poggiante su quattro piedi a forma di teste mostruose, con basamento aggettante, riccamente intagliato con motivi fitomorfi, faccia anteriore e laterali profilate da cornici a ovoli, bocchetta in brionzo e maniglie laterali in ferro battuto. Ai lati due elementi scolpiti quasi a tutto tondo fungono da montanti: un telamone a destra e una cariatide a sinistra, impostati su un mascherone e reggenti sul capo un capitello ionico. Coperchio in gran parte frutto di rifacimento, con cornice sporgente intagliata con motivi fitomorfi stilizzati.
Notizie storico-critiche (NSC)
Il mobile si può ricollegare all'ebanisteria genovese tra XVI e primi decenni del XVII secolo, una produzione definita in gergo antiquariale "a bambocci", per la presenza di elementi figurati scolpiti. In questo caso, i piedi e le figure laterali, di buon livello qualitativo, si richiamano al repertorio di gusto manierista, assai diffuso localmente. Analogie con altri due cassoni conservati in Liguria (Castello di Arenzano e Convento Domenicani di Taggia) e con alcuni complessi di arredi ancora conservati in chiese della zona (ad es. il coro ligneo della chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari).