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Flagellazione di Cristo

Museo di Sant’Agostino
OGT
OGTD:
dipinto
OGTT:
affresco
Autore (AUT)
AUTS:
attribuito
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Giulio Benso
AUTA:
Pieve di Teco 1601 - Genova 1668
AUTS:
attribuito
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Andrea Ansaldo
AUTA:
Voltri (Genova) 24 agosto 1584 - Genova 1638
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
L'affresco, raffigurante la flagellazione di Cristo, presenta quest'ultimo al centro, in perizoma e legato a una colonna, posto in mezzo a due aguzzini muniti di flagello: il personaggio a destra, rappresentato di spalle, ha la veste bruna e verde e un turbante rosso, mentre quello a sinistra, visto di fronte, ha il petto parzialmente nudo e indossa abiti gialli e una veste rossa. Fa da sfondo una parete grigia sulla quale è proiettata un'ombra e su cui, a destra, si apre una finestrella chiusa da sbarre.
DES
DESS:
SOGGETTI SACRI: RELIGIONE PERSONAGGI: CRISTO
SGT
SGTI:
flagellazione di Cristo
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
MSA 2511
INVC:
Museo di Sant'Agostino
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
secondo quarto
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1625
DTSV:
post
DTSF:
1638
DTSL:
ante
MTC
MTC:
intonaco dipinto
Notizie storico-critiche (NSC)
Indicato erroneamente (insieme agli altri riquadri con l'Incoronazione di spine, Cristo cade sotto la croce, l'Orazione nell'orto di Getsemani) come proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Passione, è stato riconosciuto dalla Newcome (Newcome 1983, pp. 323) come appartenente alla decorazione absidale della chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, sulla base di alcune fotografie del 1942. La Newcome ipotizza l'attribuzione ad Andrea Ansaldo, collocandola cronologicamente intorno al terzo/quarto decennio del XVII secolo, ritrovando analogie con opere dell'Ansaldo a Villa Spinola di San Pietro a Sampierdarena. La stessa studiosa pone gli affreschi come punto di mediazione tra la vecchia cultura figurativa genovese legata a Tavarone e ai cambiaseschi e le nuove tendenze espresse da Benso, allievo del Paggi. Confermano sostanzialmente l'attribuzione ad Andrea Ansaldo anche Castelnovi e Gavazza (Castelnovi, 1998 p.125; Gavazza, 1989, p. 384-388), mentre M. Priarone, autrice della monografia complessiva su Ansaldo, preferisce attribuirli a Benso (Priarone 2011, p. 365).