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Incoronazione di spine

Museo di Sant’Agostino
OGT
OGTD:
dipinto
OGTT:
affresco
Autore (AUT)
AUTS:
attribuito
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Giulio Benso
AUTS:
attribuito
AUTN:
Andrea Ansaldo
AUTA:
Voltri (Genova) 24 agosto 1584 - Genova 1638
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Al centro Cristo seduto, rialzato su una predella, semicoperto da un manto rosso. Due manigoldi ai suoi lati, tra cui un soldato, gli calcano sul capo la corona di spine; un altro personaggio a sinistra, con una lancia e un elmo, lo deride. Dietro di lui si scorgono, in secondo piano, due anziani che osservano e commentano la scena. All'estrema sinistra un vecchio barbuto, con veste verdina e sopraveste dorata, osserva la scena.
DES
DESS:
SOGGETTI SACRI: RELIGIONE PERSONAGGI. CRISTO, SOLDATI ATTRIBUTI: CORONA DI SPINE; : LANCIA, ELMO.
SGT
SGTI:
incoronazione di spine
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
MSA 2510
INVC:
Museo di Sant'Agostino
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
secondo quarto
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1625
DTSV:
post
DTSF:
1638
DTSL:
ante
MTC
MTC:
intonaco dipinto
Notizie storico-critiche (NSC)
Indicato erroneamente (insieme agli altri riquadri con la Flagellazione, Cristo cade sotto la croce, l'Orazione nell'orto di Getsemani) come proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Passione, è stato riconosciuto dalla Newcome (Newcome 1983, pp. 323) come appartenente alla decorazione absidale della chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, sulla base di alcune fotografie del 1942. la Newcome ipotizza l'attribuzione ad Andrea Ansaldo, collocandola cronologicamente intorno al terzo/quarto decennio del XVII secolo, ritrovando analogie con opere dell'Ansaldo a Villa Spinola di San Pietro a Sampierdarena. La stessa studiosa pone gli affreschi come punto di mediazione tra la vecchia cultura figurativa genovese legata a Tavarone e ai cambiaseschi e le nuove tendenze espresse da Benso, allievo del Paggi. Confermano sostanzialmente l'attribuzione ad Andrea Ansaldo anche Castelnovi e Gavazza (Castelnovi, 1998 p.125; Gavazza, 1989, p. 384-388), mentre M. Priarone, autrice della monografia complessiva su Ansaldo, preferisce attribuirli a Benso (Priarone 2011, p. 365).