Affresco rimosso con la tecnica dello stacco, poi disposto su tavole di legno, la cui scena è incorniciata da un arco a sesto ribassato con rosette. Gesù e gli apostoli sono rappresentati durante l'Ultima Cena in una stanza con ampie finestre sulla parete di fondo e su quella di sinistra, e motivi geometrici sulla parete laterale destra; il pavimento è "a quadrette" bianche e rosa e il soffitto a cassettoni grigio e oro. Cristo, con la barba e i capelli lunghi e un abito purpureo, è seduto al centro; è raffigurato frontalmente, con il palmo della mano destra aperto e rivolto verso l'osservatore e la mano sinistra sulla spalla di San Giovanni Evangelista, con un mantello giallo, che ha il capo appoggiato sul suo petto. A destra San Pietro, con la veste gialla e il mantello rosso, indica Giuda alla sua destra, raffigurato in fondo al tavolo mentre afferra il sacchetto di monete. Gli altri apostoli discutono tra loro. Al centro, in alto due angeli reggono un tondo con quello che sembra essere il monogramma di Cristo mentre Dio Padre regge un cartiglio.
DES
DESS:
personaggi: Cristo
Titolo (SGTT)
Ultima cena
SGT
SGTI:
ultima cena
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
MSA 65
DTZ
DTZG:
XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
inizio
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1501
DTSV:
post
DTSF:
1510
DTSL:
ante
MTC
MTC:
intonaco- pittura a fresco
Notizie storico-critiche (NSC)
Già prima dello stacco l'affresco era privo di una porzione sul lato sinistro ed era stato più volte ridipinto: nell'Ottocento, per esempio, era stato ridipinto da Giulio Ballino (Alizeri 1847, p. 845; Donati 1993, p. 64).
L'opera inoltre fu spostata in varie occasioni (Museo di Sant'Agostino, Palazzo Bianco, Villa Croce, depositi comunali e infine nuovamente Museo di Sant'Agostino; Donati 1993, pp. 43-45, 64). Nonostante le pessime condizioni di conservazione tuttavia emerge ancora la qualità del dipinto, che è stato riconosciuto da Piero Donati come l'unico dipinto murale pervenutoci di Carlo Braccesco (Donati 1993, pp. 26-28, 43-45. 64-68). Lo studioso mette in relazione i due santi a destra di Cristo dell'affresco e i Santi Pietro e Paolo del polittico di Sant'Andrea, oltre al gruppo di figure sulla destra del dipinto genovese e quelle dipinte nella Manna di Sant'Andrea (Donati 1993, p. 26). Piero Donati notò inoltre lo stretto rapporto che lega l'opera analizzata con l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, similitudine che permette di datare l'affresco agli inizi del Cinquecento (Donati 1993, p. 26). Tale ipotesi non è concordemente accettata dalla critica (De Floriani 1996, p. 499).
Si noti infine la presenza del sacro catino, prima raffigurazione nota della reliquia (Donati 1993, p. 64).
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCD:
Convento di Santa Maria della Pace
PRCC:
Complesso conventuale di Santa Maria della Pace
PRDI:
sec. XVI (?)
PRDU:
1905/ ante
PRCT:
convento
PRCQ:
francescano
TCL:
luogo di provenienza
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCD:
Sant'Agostino
PRCC:
Complesso conventuale di Sant'Agostino
PRCU:
Piazza Renato Negri
PRCM:
Museo di Sant'Agostino
PRCS:
Navata destra, parete sud
PRCT:
chiesa
PRCQ:
conventuale
TCL:
luogo di esposizione
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
MSA 65
DTZ
DTZG:
XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
inizio
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1501
DTSV:
post
DTSF:
1510
DTSL:
ante
Autore (AUT)
AUTS:
attribuito
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Braccesco, Carlo
AUTA:
notizie dalla seconda metà XV sec./ post 1501
AUTH:
00001391
Altre attribuzioni (AAT)
ambito lombardo
MTC
MTC:
intonaco- pittura a fresco
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
362
MISL:
631
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
cattivo
Restauri (RST)
RSTN_BLOCK:
Brambilla Barcilon, Silvestri N.
RSTD:
XX
RSTN:
(?)
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Affresco rimosso con la tecnica dello stacco, poi disposto su tavole di legno, la cui scena è incorniciata da un arco a sesto ribassato con rosette. Gesù e gli apostoli sono rappresentati durante l'Ultima Cena in una stanza con ampie finestre sulla parete di fondo e su quella di sinistra, e motivi geometrici sulla parete laterale destra; il pavimento è "a quadrette" bianche e rosa e il soffitto a cassettoni grigio e oro. Cristo, con la barba e i capelli lunghi e un abito purpureo, è seduto al centro; è raffigurato frontalmente, con il palmo della mano destra aperto e rivolto verso l'osservatore e la mano sinistra sulla spalla di San Giovanni Evangelista, con un mantello giallo, che ha il capo appoggiato sul suo petto. A destra San Pietro, con la veste gialla e il mantello rosso, indica Giuda alla sua destra, raffigurato in fondo al tavolo mentre afferra il sacchetto di monete. Gli altri apostoli discutono tra loro. Al centro, in alto due angeli reggono un tondo con quello che sembra essere il monogramma di Cristo mentre Dio Padre regge un cartiglio.
DES
DESS:
personaggi: Cristo
Iscrizioni (ISR)
ISRC:
sacra
ISRL:
latino
ISRS:
a pennello
ISRT:
lettere capitali
ISRP:
sul cartiglio retto da Dio Padre
ISRI:
HIC ES(T) FILVS M(EVS DIL)EC(TVS)
Notizie storico-critiche (NSC)
Già prima dello stacco l'affresco era privo di una porzione sul lato sinistro ed era stato più volte ridipinto: nell'Ottocento, per esempio, era stato ridipinto da Giulio Ballino (Alizeri 1847, p. 845; Donati 1993, p. 64).
L'opera inoltre fu spostata in varie occasioni (Museo di Sant'Agostino, Palazzo Bianco, Villa Croce, depositi comunali e infine nuovamente Museo di Sant'Agostino; Donati 1993, pp. 43-45, 64). Nonostante le pessime condizioni di conservazione tuttavia emerge ancora la qualità del dipinto, che è stato riconosciuto da Piero Donati come l'unico dipinto murale pervenutoci di Carlo Braccesco (Donati 1993, pp. 26-28, 43-45. 64-68). Lo studioso mette in relazione i due santi a destra di Cristo dell'affresco e i Santi Pietro e Paolo del polittico di Sant'Andrea, oltre al gruppo di figure sulla destra del dipinto genovese e quelle dipinte nella Manna di Sant'Andrea (Donati 1993, p. 26). Piero Donati notò inoltre lo stretto rapporto che lega l'opera analizzata con l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, similitudine che permette di datare l'affresco agli inizi del Cinquecento (Donati 1993, p. 26). Tale ipotesi non è concordemente accettata dalla critica (De Floriani 1996, p. 499).
Si noti infine la presenza del sacro catino, prima raffigurazione nota della reliquia (Donati 1993, p. 64).
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Indirizzo (CDGI):
via G. Garibaldi, 9
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAA:
Lezzi, Simone
FTAD:
2022
FTAC:
MSA 65
FTAN:
MSA 65
FTAF:
jpg
FTAX:
documentazione esistente
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
26768.jpg
FTAT:
ULTIMA CENA POST 17/04/2009
FTAF:
jpg
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Alizeri F.
BIBD:
1846-1847
BIBH:
00000188
BIBN:
V. II pp. 844-845
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
CELLE M.G.
BIBD:
1939
BIBN:
XIX N. 16 PP. 7-12
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Donati U.
BIBD:
1999
BIBH:
00000529
BIBN:
pp. 26-28, 43-45, 64-68
BIBI:
ff. 17A-B, 20, 39-42, T. 7
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
DE FLORIANI A.
BIBD:
1996
BIBN:
PP. 499-500
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
ZANELLI G.
BIBD:
1999
BIBN:
P. 49 N. 1
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
ZANELLI G.
BIBD:
2003
BIBN:
N. 137 P. 34 N. 28
Citazione completa (BIL)
Titolo: GENOVA / CELLE M.G.
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
Titolo: ALLGEMEINES KUNSTLERLEXICON (MONACO- LIPSIA) / DE FLORIANI A.
Citazione completa (BIL):
Titolo: LA PITTURA IN LIGURIA. IL CINQUECENTO (GENOVA) / ZANELLI G.
Citazione completa (BIL):
Titolo: ARTE LOMBARDA / ZANELLI G.
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Motivazione (ADSM):
scheda contenente dati liberamente accessibili
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2008
Nome (CMPN):
Dapelo, Gabriella
Funzionario responsabile (FUR)
Taddei, Adelmo
Trascrizione per informatizzazione (RVM)
Data (RVMD):
2008
Nome (RVMN):
Dapelo, Gabriella
Osservazioni (OSS)
Il milanese Carlo Braccesco realizzò nel complesso conventuale di Santa Maria della Pace, andato poi distrutto, questa "Ultima Cena" che importa a Genova le novità strepitose del "Cenacolo" leonardesco, terminato nel 1497. Questo affresco, quindi, rappresenta uno dei primi riflessi di quell’opera fuori Milano, trattata non con mero intento riproduttivo ma con lo stile e l’altissima qualità di pittura dell’artista milanese, una figura di primissimo piano emersa all’attenzione degli studiosi solo nel corso del Novecento.