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Crocifisso detto "dei Caravana"

Museo di Sant’Agostino
Definizione bene (OGT)
OGTD:
scultura
OGTT:
lignea
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Denominazione/dedicazione (OGTN)
crocifisso
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Cristo crocifisso rappresentato con il corpo scarno e contratto, il capo reclinato sul petto e cadente verso destra con gli occhi chiusi e la bocca aperta, le braccia tese. I fianchi sono cinti da un perizoma con due lembi ricadenti. Un grumo di sangue fuoriesce dalla profonda ferita nel costato e la pelle del piede destro è lacerata, lasciando scoperte le ossa.
DES
DESS:
Soggetti sacri: religione. Personaggi: Cristo. Abbigliamento: : perizoma.
Titolo (SGTT)
Crocifisso detto "dei Caravana"
SGT
SGTI:
Cristo crocifisso
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 2151
DTZ
DTZG:
XIV
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTSI:
1340
DTSF:
1340
MTC
MTC:
legno di cirmolo scolpito- dipinto
MTC:
legno di cirmolo scolpito- dipinto
Notizie storico-critiche (NSC)
Attualmente il crocifisso è attribuito a un artista tedesco e datato al 1340 circa, anno in cui la Compagnia dei Caravana costruì la propria cappella all'interno della chiesa del Carmine. L'opera è stata messa in relazione con i crocifissi dolorosi della corrente reanano-vestfalica per la grande forza espressionistica e per il corpo scarno e contratto (cfr. Crocifisso di Santa Maria Im Kapitol, Colonia, primo decennio del Trecento), dai quali però si discosta per una minore esasperazione (Botto 1994, pp. 8-14, 45; Di Fabio 2004, pp. 124-125). Privo della croce originale, era forse dotato di una croce gemmata a imitazione dell'albero della vita, come gran parte di questi. Il crocifisso dei Caravana si avvicina a quello della chiesa di San Pietro a Gimignano e a quello della chiesa di Santa Margherita a Cortona, tanto da poter ipotizzare che siano opera della stessa mano (Di Fabio 2004, p. 124). Si colloca, inoltre, a circa un trentennio dalla realizzazione del crocifisso della chiesa della Maddalena, anch'esso opera di un artista tedesco attivo. Il manufatto, perciò, si inserisce nel panorama culturale della Liguria di inizio Trecento, caratterizzato dalla presenza di artisti provenienti dall'area tedesca entrati in contatto e influenzati dalla cultura artistica pisana, senese e umbra (Di Fabio 2004, p. 124; Donati 2004, pp. 25-27).