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Ritratto di un gentiluomo della famiglia Spinola

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Van Dyck, Antoon
AUTA:
1599-1641
DES
DESS:
PERSONAGGI:GENTILUOMO IN PIEDI. ABBIGLIAMENTO:VESTITO SCURO CON DECORAZIONI DORATE, COMPOSTO DA CALZONI CORTI A SOFFIETTO E CASACCA ABBOTTONATA SUL DAVANTI, COLLARE A LATTUGA, COPR
Titolo (SGTT)
Ritratto di un gentiluomo della famiglia Spinola
SGT
SGTI:
Ritratto maschile
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PR 115
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1621
DTSF:
1622
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Sebbene in passato sia stato attribuito a Rubens (Zeri 1955), il dipinto è oggi concordemente ritenuto opera dei primi anni del soggiorno genovese di Antoon van Dyck, anche grazie al restauro del 1997, che ha permesso di evidenziare la tecnica pittorica utilizzata. L'effigiato, abbigliato alla moda spagnola dei primi decenni del Seicento, appartiene sicuramente alla famiglia Spinola, come testimonia lo stemma visibile sulla balaustra alle spalle del soggetto. Nel 2012 Tordella ha identificato il soggetto con Filippo Spinola, terzo conte di Tassarolo, a partire da un ritratto a disegno di Ottavio Leoni all'incirca degli stessi anni (1623-1624; Tordella 2012 in "Storia dell'Arte", 132). Nel 1728 il dipinto fu acquistato da Gio. Francesco II per Palazzo Rosso, dove si trova tuttora. Prima di quella data, è noto che l’opera si trovasse nella collezione di Cristoforo Lercari (Boccardo in Anversa 2003, p. 80). La conformazione dell'elaborata colonna tortile alle spalle dell'effigiato si ispira credibilmente a quella dipinta da Rubens nel 1620 nel ritratto di Aletheia Talbot, contessa d'Arundel; tuttavia, il sopracitato restauro ha altresì messo in luce che, in una prima stesura, l'artista aveva concepito una colonna più semplice, di forma cilindrica, molto simile a quella delineata nel disegno conservato all'Albertina di Vienna, che, di conseguenza, è stato ritenuto possibilmente preparatorio per il presente dipinto (Boccardo in Anversa 2003, p. 80).

Persona