PERSONAGGI:GENTILUOMO IN PIEDI. ABBIGLIAMENTO:VESTITO SCURO CON DECORAZIONI DORATE, COMPOSTO DA CALZONI CORTI A SOFFIETTO E CASACCA ABBOTTONATA SUL DAVANTI, COLLARE A LATTUGA, COPR
Titolo (SGTT)
Ritratto di un gentiluomo della famiglia Spinola
SGT
SGTI:
Ritratto maschile
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PR 115
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1621
DTSF:
1622
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Sebbene in passato sia stato attribuito a Rubens (Zeri 1955), il dipinto è oggi concordemente ritenuto opera dei primi anni del soggiorno genovese di Antoon van Dyck, anche grazie al restauro del 1997, che ha permesso di evidenziare la tecnica pittorica utilizzata. L'effigiato, abbigliato alla moda spagnola dei primi decenni del Seicento, appartiene sicuramente alla famiglia Spinola, come testimonia lo stemma visibile sulla balaustra alle spalle del soggetto. Nel 2012 Tordella ha identificato il soggetto con Filippo Spinola, terzo conte di Tassarolo, a partire da un ritratto a disegno di Ottavio Leoni all'incirca degli stessi anni (1623-1624; Tordella 2012 in "Storia dell'Arte", 132). Nel 1728 il dipinto fu acquistato da Gio. Francesco II per Palazzo Rosso, dove si trova tuttora. Prima di quella data, è noto che l’opera si trovasse nella collezione di Cristoforo Lercari (Boccardo in Anversa 2003, p. 80).
La conformazione dell'elaborata colonna tortile alle spalle dell'effigiato si ispira credibilmente a quella dipinta da Rubens nel 1620 nel ritratto di Aletheia Talbot, contessa d'Arundel; tuttavia, il sopracitato restauro ha altresì messo in luce che, in una prima stesura, l'artista aveva concepito una colonna più semplice, di forma cilindrica, molto simile a quella delineata nel disegno conservato all'Albertina di Vienna, che, di conseguenza, è stato ritenuto possibilmente preparatorio per il presente dipinto (Boccardo in Anversa 2003, p. 80).
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVP:
GE
PRVC:
GENOVA
PRCM:
collezione privata Cristoforo Lercari
PRDU:
1728
TCL:
luogo di provenienza
PRVP:
GE
PRVC:
GENOVA
PRCM:
collezione privata Gio. Francesco II Brignole-Sale
PRDI:
1728
TCL:
luogo di provenienza
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PR 115
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1621
DTSF:
1622
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Van Dyck, Antoon
AUTA:
1599-1641
Altre attribuzioni (AAT)
Rubens, Pieter Paul
MTC
MTC:
olio su tela
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
241
MISL:
148
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Restauri (RST)
RSTD:
1902
RSTN:
ORFEI O.
RSTD:
1959
RSTN:
PODIO D.
RSTD:
1961
RSTN:
RUBINACCI P.
RSTD:
1997
RSTN:
MULLER LUISA E COSTA AURELIA
DES
DESS:
PERSONAGGI:GENTILUOMO IN PIEDI. ABBIGLIAMENTO:VESTITO SCURO CON DECORAZIONI DORATE, COMPOSTO DA CALZONI CORTI A SOFFIETTO E CASACCA ABBOTTONATA SUL DAVANTI, COLLARE A LATTUGA, COPR
Notizie storico-critiche (NSC)
Sebbene in passato sia stato attribuito a Rubens (Zeri 1955), il dipinto è oggi concordemente ritenuto opera dei primi anni del soggiorno genovese di Antoon van Dyck, anche grazie al restauro del 1997, che ha permesso di evidenziare la tecnica pittorica utilizzata. L'effigiato, abbigliato alla moda spagnola dei primi decenni del Seicento, appartiene sicuramente alla famiglia Spinola, come testimonia lo stemma visibile sulla balaustra alle spalle del soggetto. Nel 2012 Tordella ha identificato il soggetto con Filippo Spinola, terzo conte di Tassarolo, a partire da un ritratto a disegno di Ottavio Leoni all'incirca degli stessi anni (1623-1624; Tordella 2012 in "Storia dell'Arte", 132). Nel 1728 il dipinto fu acquistato da Gio. Francesco II per Palazzo Rosso, dove si trova tuttora. Prima di quella data, è noto che l’opera si trovasse nella collezione di Cristoforo Lercari (Boccardo in Anversa 2003, p. 80).
La conformazione dell'elaborata colonna tortile alle spalle dell'effigiato si ispira credibilmente a quella dipinta da Rubens nel 1620 nel ritratto di Aletheia Talbot, contessa d'Arundel; tuttavia, il sopracitato restauro ha altresì messo in luce che, in una prima stesura, l'artista aveva concepito una colonna più semplice, di forma cilindrica, molto simile a quella delineata nel disegno conservato all'Albertina di Vienna, che, di conseguenza, è stato ritenuto possibilmente preparatorio per il presente dipinto (Boccardo in Anversa 2003, p. 80).
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
donazione
Nome (ACQN):
Maria Brignole-Sale De Ferrari
Data acquisizione (ACQD):
1874
Luogo acquisizione (ACQL):
GENOVA
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
COMUNE DI GENOVA
NVC
NVCT:
DM
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAN:
010533
FTAX:
documentazione esistente
Citazione completa (BIL)
Pitture e quadri 1756, p. XV; Ratti 1780, p. 258; Description 1781, p. 91; Description 1788, p. 186; Description 1792, p. 186; Description 1796, p. 186; Catalogo dei quadri appartenenti... 1813, p. 8; Descrizione da un anonimo 1818 (ed. 1969), p. 148; Nouvelle description 1819, p. 142; Nouvelle description 1826, p. 129; Catalogo dei quadri appartenenti... 1829, p. 9; Nouveau Guide 1830, p. 140; Smith 1831, pp. 49-50; Spotorno in Casalis 1840, VII, p. 765; Descrizione 1846, III, p. 288;
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
Alizeri 1847, p. 394; Catalogo dei quadri ed altri oggetti... 1861, p. 78; Atto di cessione 1874, n. 80; Guiffrey 1893, p. 284; Jacobsen in Archivio Storico dell'Arte 1896, p. 106; Menotti in Archivio Storico dell'Arte 1897, p. 377; Suida 1906, p. 165; Schaeffer 1909, p. 204; Grosso 1909, p. 80; Grosso 1910, p. 133, Jacobsen in Repertorium XXXIV, 1911, p. 199; Grosso 1912, p. 20; Stakes, p. 41; Gluck 1931, pp. 540-541; Grosso 1932, p. 72; Grosso 1935; Michel 1939, p. 11; Munoz 1941, p. XXIII;
Citazione completa (BIL):
Van Puyvelde 1950, p. 146; Zeri 1955 pp. 46-51; Genova 1955, n. 41; Van Puyvelde in Emporium 1955, p. 99; Millar in The Burlington Magazine 1955, p. 313; Mueller, Hofstede in Jahrbuch...Baden-Wurttemberg 1965, II, pp. 106, 147; Catalogo provvisorio 1961, p. 23; Barnes 1986, I, p. 379; Larsen 1988, II, p. 157; Boccardo, Di Fabio in Genova 1997, p. 224; Boccardo in Anversa 2003, p. 80; Barnes in Van Dyck 2004, p. 207; Boccardo in Torino 2011, n. 4.3.17; Tordella in Storia dell'Arte, 132, 2012
Mostre (MST)
MSTT:
La bella Italia
MSTL:
Torino
MSTD:
2011-2012
MSTT:
Anversa et Genova: un sommet dans la peinture baroque