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La Resurrezione di Lazzaro

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
bibliografia
AUTN:
Preti, Mattia
AUTA:
1613-1699
DES
DESS:
PERSONAGGI: CRISTO, LAZZARO, UOMINI, DONNE. ABBIGLIAMENTO: TUNICA; LEMBO DI STOFFA. PAESAGGIO: GROTTA.
Titolo (SGTT)
La Resurrezione di Lazzaro
SGT
SGTI:
RISURREZIONE DI LAZZARO
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PR 73
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
secondo quarto
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1640
DTSV:
ca
DTSF:
1650
DTSL:
ca
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Menzionata per la prima volta nell'inventario post-mortem del cardinale Giovanni Battista Pallotta del 1668 (Boccardo in Caldarola 2009, p. 148), l'opera seguì successivamente il destino di un significativo gruppo di dipinti di proprietà del prelato che, ereditato dai Grassi dopo la morte di quest'ultimo, venne acquisito entro il 1684 da Gio. Francesco I Brignole-Sale. La tela, infatti, compare menzionata nell'inventario di Palazzo Rosso redatto entro quell'anno (Tagliaferro 1995, p. 298). In questa nuova sede, essa fu posta nella Sala dell'Estate come pendant di un'altra opera dello stesso artista, ovvero "Clorinda libera Olindo e Sofronia dal rogo" (PR 63), dipinto per il quale è documentata la diretta committenza del cardinale (Boccardo in Caldarola 2009, p. 148). In realtà, è stato ormai dimostrato (Boccardo 1991, p. 91) come il vero pendant di quest’ultima tela fosse "Damone e Pizia" del Guercino, realizzato entro il 1646. Nonostante la storica attribuzione al Cavaliere Calabrese, a partire dalla metà del Settecento e fino agli inizi del XX secolo la "Resurrezione di Lazzaro" venne ascritta a Caravaggio (Ratti, 1766, 1780; Alizeri, 1846, 1875; Burckhardt, 1855; Suida, 1906; De Foville, 1907; Grosso, 1909 e 1912), con l'eccezione di Charles-Nicolas Cochin. Il primo a restituire la corretta paternità all'opera fu Longhi (1913) e tale interpretazione non fu più messa in discussione. Per quanto concerne la datazione, la critica propende per collocare l'opera negli anni Quaranta del Seicento. Come riporta Gabrielli (in Roma 1998, pp. 358-359), il dipinto è stato messo in relazione con due disegni, un "Busto di Donna" degli Uffizi (inv. 11998) e gli Studi di vecchio posti sul recto del foglio dello Statens Museum di Copenhagen (inv. KKS TU Ital. X, 41).