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Filosofo della scuola cinica

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTM:
bibliografia
AUTN:
Fracanzano, Francesco
AUTA:
1612-1656
DES
DESS:
PERSONAGGI: UOMO ANZIANO. ABBIGLIAMENTO: CAMICIA, GIACCA. OGGETTI: FOGLIO.
Titolo (SGTT)
Filosofo della scuola cinica
SGT
SGTI:
FILOSOFO DELLA SCUOLA CINICA
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PR 103
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTM:
analisi stilistica
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Dopo le varie attribuzioni a Jusepe de Ribera, Salvator Rosa e all'anonimo Maestro dell'Orazione nell'orto degli Ulivi, il presente dipinto è oggi restituito alla mano di Francesco Fracanzano, pittore pugliese di Monopoli che, trasferitosi a Napoli, divenne uno dei principali maestri del naturalismo post-caravaggista. Il nesso con lo Spagnoletto, comunque, non è ingiustificato, dato che Ribera esercitò grande influenza sui giovani pittori attivi nel napoletano nel terzo e nel quarto decennio del Seicento, venendo imitato soprattutto in un genere allora molto in voga, vale a dire nelle mezze figure di apostoli, profeti, filosofi, santi e sapienti antichi - i cui panni venivano fatti vestire agli umili del popolo partenopeo - caratterizzate da marcati contrasti chiaroscurali e dense stesure cromatiche. Questo è precisamente il caso del presente dipinto, che raffigura un uomo anziano, voltato di tre quarti verso lo spettatore mentre, il volto segnato dalle rughe, indica su un foglio di carta un motto, una sentenza morale tratta dai Distici di Dionisio Catone, che recita "Nemo sine crimine vivit", ovvero "Nessuno vive senza peccato". Il soggetto è noto in numerose repliche, tra cui anche quella dell'Ermitage di San Pietroburgo, attribuita alla scuola del Ribera. In effetti, è possibile che tutte, inclusa la tela di Palazzo Rosso, derivino da un prototipo disperso dello Spagnoletto, del quale è nota almeno una serie perduta di dodici filosofi, realizzata nel 1636 per il conte Felesberg (Ferrari in Storia dell'Arte 57, 1986, p. 115).