Link alla homepage logo musei di genova header

Ritratto di anziano

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
analisi stilistica
AUTN:
Bordon, Paris
AUTA:
1500-1571
DES
DESS:
PERSONAGGI:UOMO. ABBIGLIAMENTO: VESTE, SOPRAVVESTE, FODERATA DI PELLICCIA
Titolo (SGTT)
Ritratto di anziano
SGT
SGTI:
Ritratto maschile
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PR 98
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
DTZ
DTZG:
sec. XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
secondo quarto
DTM:
analisi stilistica
DTSI:
1525
DTSV:
ca
DTSF:
1535
DTSL:
ca
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Il presente ritratto, il cui soggetto resta tuttora sconosciuto, venne probabilmente realizzato da Paris Bordon in una fase di passaggio della sua carriera, tra la fine degli anni Venti e l'inizio dei Trenta del Cinquecento, caratterizzata da un netto distacco dalla sua prima formazione avvenuta all'ombra di Tiziano, il quale, secondo Vasari, aveva deluso il giovane trevisano per lo scarso interesse dimostrato nei confronti degli allievi. Se l'attribuzione dell'opera a Bordon ha da sempre incontrato l'accordo degli autori, fin dai primi inventari, e degli studiosi - salvo Burckhardt, che nel 1892 lo riferì a Bassano - del tutto inaspettato fu scoprire, grazie al restauro condotto nel 2004, che al sotto del ritratto oggi visibile si trova ciò che resta di una prima stesura pittorica, apparentemente raffigurante un Cristo Crocifisso, successivamente coperta per permettere il reimpiego della tela. Quest'ultima, peraltro, venne ad un certo punto ridotta nelle dimensioni, su tutti i lati: quest'intervento portò al drastico taglio in senso longitudinale della mano sinistra dell'effigiato, che, in un momento successivo, venne addirittura coperta da una ridipintura. Non rimanendo, ormai, quasi nulla della materia pittorica originaria, nel corso del restauro del 2004 quell'area è stata, infine, coperta da una velatura (Serra 2004, p. 402). La prima menzione documentaria dell'opera risale al 1658, quando compare - insieme al suo pendant (inv. PR 99) - all'interno dell'inventario della quadreria del genovese Gio. Battista Balbi. Da qui, attraverso passaggi ereditari e cessioni, pervenne nel Settecento all'interno della collezione Brignole-Sale di Palazzo Rosso, dove si trova tuttora.