In una lettera dell'8 aprile 1690, indirizzata a Domenico Piola dal marchese Nicolò Maria Pallavicini, genovese stabilitosi a Roma, si fa esplicita menzione non solo del pagamento di una tela con l'Ateneo delle Belle Arti (prototipo della composizione poi replicata nella tela oggi a Palazzo Bianco, inv, PB1850), ma anche la richiesta di un altro dipinto, destinato alla residenza romana del committente e di cui è specificato il soggetto: Alessandro con la famiglia di Dario. Si tratta di un tema tratto dalla storia antica, affrontato in letteratura da Plutarco e da Valerio Massimo, che ricorre spesso nei cicli affrescati che decorano le dimore dei genovesi - e non solo - in chiave autocelebrativa. Infatti, con quest'iconografia si vuole esaltare la liberalità di un determinato personaggio, virtù che nel quadro è resa eloquente dalla mano di Alessandro, aperta e confortante. Inoltre, è un tema che spesso è accompagnato da un'altra iconografia molto frequentata dai pittori del Seicento, ovvero la Continenza di Scipione, la cui rappresentazione è stata affidata dal Pallavicini a Giovanni Battista Gaulli contestualmente alla Clemenza di Alessandro.
In un primo momento la tela custodita a Palazzo Bianco era stata identificata con il bozzetto di cui faceva richiesta il marchese nella lettera del 1690 (S. Rudolph 1995, p. 72), ma in realtà, anche per evidenti ragioni di dimensioni, non può trattarsi di un bozzetto; si tratta invece. come ricostruito dagli studi successivi, di una replica autografa eseguita prima dell'invio nel 1695 circa. Il bozzetto è comparso di recente sul mercato antiquario, come sul mercato antiquario, e oggi in collezione privata, è la tela dipinta per il Pallavicino (D. Sanguineti, in Domenico Piola e la sua bottega 2019, pp. 38-39 con bibl. prec.).
Dal momento che la composizione risulta particolarmente complessa e articolata - infatti vede oltre venti figure disposte su tre livelli - sono stati eseguiti diversi disegni preparatori noti e forse anche altri da rintracciare.
Lavoro di alto livello e straordinario campionario di personaggi, nella varietà di tipi, gesti, attitudini ed espressioni, mostra come le richieste e il gusto del Pallavicini abbiano influito sulla maniera di Piola, il quale tende ora ad accentuare più plasticamente le forme, a schiarire la tavolozza e a propendere verso pieghe squadrate.
In una lettera dell'8 aprile 1690, indirizzata a Domenico Piola dal marchese Nicolò Maria Pallavicini, genovese stabilitosi a Roma, si fa esplicita menzione non solo del pagamento di una tela con l'Ateneo delle Belle Arti (prototipo della composizione poi replicata nella tela oggi a Palazzo Bianco, inv, PB1850), ma anche la richiesta di un altro dipinto, destinato alla residenza romana del committente e di cui è specificato il soggetto: Alessandro con la famiglia di Dario. Si tratta di un tema tratto dalla storia antica, affrontato in letteratura da Plutarco e da Valerio Massimo, che ricorre spesso nei cicli affrescati che decorano le dimore dei genovesi - e non solo - in chiave autocelebrativa. Infatti, con quest'iconografia si vuole esaltare la liberalità di un determinato personaggio, virtù che nel quadro è resa eloquente dalla mano di Alessandro, aperta e confortante. Inoltre, è un tema che spesso è accompagnato da un'altra iconografia molto frequentata dai pittori del Seicento, ovvero la Continenza di Scipione, la cui rappresentazione è stata affidata dal Pallavicini a Giovanni Battista Gaulli contestualmente alla Clemenza di Alessandro.
In un primo momento la tela custodita a Palazzo Bianco era stata identificata con il bozzetto di cui faceva richiesta il marchese nella lettera del 1690 (S. Rudolph 1995, p. 72), ma in realtà, anche per evidenti ragioni di dimensioni, non può trattarsi di un bozzetto; si tratta invece. come ricostruito dagli studi successivi, di una replica autografa eseguita prima dell'invio nel 1695 circa. Il bozzetto è comparso di recente sul mercato antiquario, come sul mercato antiquario, e oggi in collezione privata, è la tela dipinta per il Pallavicino (D. Sanguineti, in Domenico Piola e la sua bottega 2019, pp. 38-39 con bibl. prec.).
Dal momento che la composizione risulta particolarmente complessa e articolata - infatti vede oltre venti figure disposte su tre livelli - sono stati eseguiti diversi disegni preparatori noti e forse anche altri da rintracciare.
Lavoro di alto livello e straordinario campionario di personaggi, nella varietà di tipi, gesti, attitudini ed espressioni, mostra come le richieste e il gusto del Pallavicini abbiano influito sulla maniera di Piola, il quale tende ora ad accentuare più plasticamente le forme, a schiarire la tavolozza e a propendere verso pieghe squadrate.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
AGENO DE SIMONI CARLOTTA
Data acquisizione (ACQD):
1913
Luogo acquisizione (ACQL):
GENOVA
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
COMUNE DI GENOVA
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG A. 6/2
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
R. Soprani, C.G. Ratti, Delle vite de pittori, scultori ed architetti genovesi, 1768, II, p. 45
Citazione completa (BIL):
G. Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, tomo VI, Roma, 1768, pp. 268-269
Citazione completa (BIL):
E. Malagoli, The drawings of Casa Piola, in The Burlington Magazine, october 1966, n. 763, pp. 503-504, fig. 20
Citazione completa (BIL):
Colnaghi, Old Master drawings, London, 1983, n.31
Citazione completa (BIL):
A. Orlando, Alessandro e la famiglia di Dario, in "Domenico Piola 1628-1703. Percorsi di pittura barocca", (a cura di) D. Sanguineti, Genova, Sagep Editrice, 2017, pp. 47-51; pp. 155-156
Citazione completa (BIL):
D. Sanguineti, Domenico Piola a Roma?, in Domenico Piola e la sua bottega. Approfondimenti sulle arti nel secondo Seicento genovese, (a cura di) D. Sanguineti, Genova, Sagep Editori, 2019, pp. 37-39.
Citazione completa (BIL):
S. Morando, La Continenza di Scipione di Domenico Piola nel contesto letterario della Repubblica aristocratica, in Domenico Piola e la sua bottega. Approfondimenti sulle arti nel secondo Seicento genovese, (a cura di) D. Sanguineti, Genova, Sagep Editori, 2019, pp. 244-245.
Mostre (MST)
MSTT:
Maitres Anciens du XVI au XVIII siecle
MSTL:
Société Labatut, Parigi
MSTD:
18/09/1992 - 18/12/1992
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2001
Nome (CMPN):
SERRA A.
Funzionario responsabile (FUR)
DI FABIO C.
Trascrizione per informatizzazione (RVM)
Data (RVMD):
2001
Nome (RVMN):
serra
Aggiornamento - Revisione (AGG)
AGGD:
2023
AGGN:
Casaccia G.M.
AGGR:
Priarone M.
AGGF:
Priarone M.
Osservazioni (OSS)
Il foglio n. 4590 conservato nel Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso rappresenta lo studio per questa composizione