Il dipinto in oggetto risale al periodo in cui il Sestri raggiunge la piena maturità stilistica, ovvero negli anni Quaranta del Seicento, anni in cui l'artista inizia a dipingere paesaggi costieri punteggiati di fantasiose rovine, casolari o torri d'avvistamento diroccate, con pescatori ritratti mentre recuperano le reti o si riposano dalle fatiche del lavoro. Questo accade dopo il viaggio di formazione svolto a Roma nel 1625 a seguito del suo maestro Bernardo Strozzi. Qui ha potuto studiare e meditare in particolare sui ruinisti romani e i maestri nordeuropei, come Bartholomeus Brunberg, sulla scia delle suggestioni della giovinezza dagli artisti fiamminghi attivi a Genova, primo tra tutti Goffredo Waals, dal quale fu attratto per una poesia più umile e raccolta nel paesaggio, ora vissuto osservando le coste luminose della Liguria, ora sognato e arricchito di fantastiche rovine, di templi cadenti, grotte e piccoli paesi abbandonati; un paesaggio comunque calato in un dolce e sereno abbandono.
Ivi, è rappresentato uno scorcio di costa, che richiama singolarmente i golfi liguri, sulla quale domina la rovina di un edificio monumentale. Il paesaggio è animato da tante piccole figure, indaffarate in diverse attività quotidiane: alcuni pescatori conversano tra di loro dopo essere rientrati da una lunga giornata di lavoro, altri si riposano volgendo il capo verso l'alto per godere del tepore della luce del sole; sullo sfondo, invece, alcuni uomini si muovono intorno alla barca ormeggiata.
Il dipinto in oggetto risale al periodo in cui il Sestri raggiunge la piena maturità stilistica, ovvero negli anni Quaranta del Seicento, anni in cui l'artista inizia a dipingere paesaggi costieri punteggiati di fantasiose rovine, casolari o torri d'avvistamento diroccate, con pescatori ritratti mentre recuperano le reti o si riposano dalle fatiche del lavoro. Questo accade dopo il viaggio di formazione svolto a Roma nel 1625 a seguito del suo maestro Bernardo Strozzi. Qui ha potuto studiare e meditare in particolare sui ruinisti romani e i maestri nordeuropei, come Bartholomeus Brunberg, sulla scia delle suggestioni della giovinezza dagli artisti fiamminghi attivi a Genova, primo tra tutti Goffredo Waals, dal quale fu attratto per una poesia più umile e raccolta nel paesaggio, ora vissuto osservando le coste luminose della Liguria, ora sognato e arricchito di fantastiche rovine, di templi cadenti, grotte e piccoli paesi abbandonati; un paesaggio comunque calato in un dolce e sereno abbandono.
Ivi, è rappresentato uno scorcio di costa, che richiama singolarmente i golfi liguri, sulla quale domina la rovina di un edificio monumentale. Il paesaggio è animato da tante piccole figure, indaffarate in diverse attività quotidiane: alcuni pescatori conversano tra di loro dopo essere rientrati da una lunga giornata di lavoro, altri si riposano volgendo il capo verso l'alto per godere del tepore della luce del sole; sullo sfondo, invece, alcuni uomini si muovono intorno alla barca ormeggiata.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Ageno De Simoni Carlotta
Data acquisizione (ACQD):
27 novembre 1913
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG A. 50/10
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
La Pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova, Sagep Editrice, 1987, pp. 311-314
Citazione completa (BIL):
E. Lanaro, Antonio Travi. Paesaggio con pescatori e rovine, in "Camera con vista", 2002, pp. 186-187
Citazione completa (BIL):
F.R. Pesenti, "La pittura e la scultura dal Duecento alla metà del Seicento" in “Atti della Soc. Ligure di Storia Patria”, n.s., XLV, 2, 2005, p. 135