Come riporta il Ratti, nel 1722 Paolo Gerolamo Piola riceve una delle commissioni più prestigiose della sua carriera dal marchese Giacomo Filippo Durazzo, per il quale realizza due affreschi nel suo palazzo residenziale in Strada Balbi: nel salotto di ponente raffigura il Concilio degli dei con Giano che consegna a Giove le chiavi del tempio in cui ha rinchiuso il furore, in quello di levante Apollo e le Muse. L'opera in esame è precisamente il bozzetto di quest'ultimo affresco.
Si tratta di un'evidente e generica allusione alle doti artistiche, scientifiche e al mecenatismo del committente, il quale, non ricoprendo ruoli politici, vuole fornire un'immagine rasserenante dell'aristocrazia del tempo, la quale mira a conservare i propri privilegi, glorificando e assoggettandosi allo stato di "pax" francese.
Dal punto di vista compositivo, qui il giovane Piola porta a maturazione il suo linguaggio artistico, innestato sulla lezione romana - ricordiamo che è stato allievo del Maratta - e sulla libertà degli spazi inaugurata da Domenico Piola e Gregorio De Ferrari. Infatti, il salotto costituisce un modello di vivificazione dello spazio in termini di solenne nitore in cui la committenza deve riconoscersi e identificarsi in chiari termini di solenne grandiosità.
a Palazzo Bianco dal 1948
I DEPOSITO/SALA 6
Sala 21bis (attuale)
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCD:
Casa Piola
PRCU:
Sal. San Leonardo 18
PRDU:
1913
PRCT:
casa
PRCQ:
PIOLA
TCL:
luogo di provenienza
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRVL:
Pegli
PRCD:
Villa Durazzo Pallavicini
PRDI:
1928
TCL:
luogo di deposito
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCD:
Istituto Fascista di Cultura
PRDI:
1936
TCL:
luogo di deposito
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 1635
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
Rapporto (RO)
ROFF:
bozzetto
ROFO:
Apollo e le Muse
ROFS:
Apollo e le Muse (volta salotto levante)
ROFA:
Piola, Paolo Gerolamo
ROFD:
1722 (Ratti)
ROFC:
Palazzo Durazzo Pallavicini, via Balbi 1
DTZ
DTZG:
sec. XVIII
Cronologia (DT)
DTM:
documentazione,bibliografia
DTSI:
1722
DTSV:
ca
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
documentazione,analisi stilistica
AUTN:
Piola, Paolo Gerolamo
AUTA:
Genova 1666-1724
MTC
MTC:
olio su tela
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
88,5
MISL:
86
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Notizie storico-critiche (NSC)
Come riporta il Ratti, nel 1722 Paolo Gerolamo Piola riceve una delle commissioni più prestigiose della sua carriera dal marchese Giacomo Filippo Durazzo, per il quale realizza due affreschi nel suo palazzo residenziale in Strada Balbi: nel salotto di ponente raffigura il Concilio degli dei con Giano che consegna a Giove le chiavi del tempio in cui ha rinchiuso il furore, in quello di levante Apollo e le Muse. L'opera in esame è precisamente il bozzetto di quest'ultimo affresco.
Si tratta di un'evidente e generica allusione alle doti artistiche, scientifiche e al mecenatismo del committente, il quale, non ricoprendo ruoli politici, vuole fornire un'immagine rasserenante dell'aristocrazia del tempo, la quale mira a conservare i propri privilegi, glorificando e assoggettandosi allo stato di "pax" francese.
Dal punto di vista compositivo, qui il giovane Piola porta a maturazione il suo linguaggio artistico, innestato sulla lezione romana - ricordiamo che è stato allievo del Maratta - e sulla libertà degli spazi inaugurata da Domenico Piola e Gregorio De Ferrari. Infatti, il salotto costituisce un modello di vivificazione dello spazio in termini di solenne nitore in cui la committenza deve riconoscersi e identificarsi in chiari termini di solenne grandiosità.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Ageno De Simoni Carlotta
Data acquisizione (ACQD):
27 novembre 1913, n. 65
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG A. 38/4
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
C.G. Ratti, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura, scultura ed architettura, Genova, 1766, p. 164
Citazione completa (BIL):
R. Soprani, C.G. Ratti, Dalle vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, vol. II, Genova, 1769, p. 190
Citazione completa (BIL):
C.G. Ratti, Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura, scultura ed architettura, Genova, 1780, p. 182
Citazione completa (BIL):
F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, vol. II, parte I, Genova, 1847, p. 62
F. Alizeri, Guida illustrativa per la città di Genova, Genova, 1875, p. 412
Citazione completa (BIL):
O. Grosso, Elenco dei quadri del legato Piola esistenti in Salita S. Leonardo 18, Genova, n. 101
O. Grosso, La Quadreria di Casa Piola, in "Gazzetta di Genova", 30 aprile 1921, p. 8
Citazione completa (BIL):
A. Toncini Cabella, Paolo Gerolamo Piola e la sua grande Casa genovese, Genova, Sagep, 2002, pp. 82- 87, fig. 121-122
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2001
Nome (CMPN):
SERRA A.
Funzionario responsabile (FUR)
DI FABIO C.
Trascrizione per informatizzazione (RVM)
Data (RVMD):
2001
Nome (RVMN):
serra
Aggiornamento - Revisione (AGG)
AGGD:
2023
AGGN:
Casaccia G.M.
AGGR:
Priarone M.
AGGF:
Priarone M.
Osservazioni (OSS)
Presso il Gabinetto Disegni e Stampe esistono due disegni di Paolo Gerolamo Piola, entrambi eseguiti a matita, seppia e lumeggiature bianche, su carta azzurra, che sono da porre in stretta relazione col presente bozzetto.
L'uno (n.i. 2747), proveniente dalla collezione Giorgio Passano, è similissimo al bozzetto, tranne in alcuni particolari dei putti alati ed è racchiuso in una cornice continua, appena accennata. Presenta la quadrettatura a matita.
L'altro (n.i. 2737), proveniente dalla collezione Marcello Durazzo, è anch'esso molto simile al bozzetto, salvo per alcuni particolari. Questo disegno non è quadrettato; la composizione è racchiusa in una cornice sagomata.
Sia il bozzetto che i due disegni si riferiscono probabilmente all'affresco eseguito da Paolo Gerolamo nella volta di un salotto del Palazzo Durazzo Pallavicini in Via Balbi.