L'opera, realizzata da Lorenzo De Ferrari, è citata come ubicata a Palazzo Ducale già da Carlo Giuseppe Ratti nella sua guida (1766, 1780) e nelle "Vite" (1769): nel primo caso, l'autore la menziona come collocata nella Sala dei Sindacatori Ordinari, assegnata in seguito al Magistrato delle Fortificazioni; nel secondo caso, l'opera sembrerebbe collocata nella Sala degli Straordinari Sindacatori, una denominazione che, tuttavia, non corrisponde a nessuna delle magistrature della Repubblica di Genova, e farebbe quindi supporre un lapsus dell'autore o un errore di stampa. Sebbene non sia stato possibile identificare l'aula destinata ai Sindacatori Ordinari, risulta comunque più credibile l'informazione data dal Ratti nelle due edizioni della guida.
La tela risulta nell'"Elenco di quadri esistenti nella Galleria del Palazzo Municipale di Genova" prima del 1893 e, da quel momento, viene conservata a Palazzo Bianco.
Inizialmente, Ezia Gavazza ha collocato cronologicamente l'opera tra il 1726 e il 1730, anni immediatamente successivi alla morte del padre dell'artista, Gregorio De Ferrari, riconoscendo non poche analogie con la produzione di quest'ultimo. Tuttavia, in seguito, Mary Newcome Schleier ha proposto di anticipare la datazione al 1710, proprio in ragione della forte influenza della pittura di Gregorio De Ferrari nell'opera in esame.
Riguardo l'esistenza di disegni correlati a questa tela, sono due quelli che vi si avvicinano maggiormente: il primo è conservato al Metropolitan Museum di New York (inv. 62.119.3, 28,2x20,3 cm), mentre il secondo fa parte delle raccolte del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (inv. 8468 S, 27,0x27,9 cm). In entrambi i casi si tratta di composizioni ovali, analoghe al quadro per soggetto e impaginazione. Tuttavia, non è possibile definirli con certezza come bozzetti preparatori, in quanto, nel primo caso, il livello di finitura è talmente sommario da non permettere di affermare con sicurezza la pertinenza assoluta con la tela in questione, mentre nel secondo vi sono scene non ben identificabili che inducono a pensare che non vi sia uno stretto rapporto tra il disegno e l'Assunta di Palazzo Bianco. Dunque, sembrerebbe più plausibile pensare che il pittore abbia riutilizzato più volte il fortunato schema compositivo adottato per l'opera eseguita per Palazzo Ducale (Genova 1999, p. 335).
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCS:
La tela è menzionata da Ratti nelle due edizioni della sua "Instruzione" (1766, 1780), dalle quali al tempo risultava collocata nella Sala dei Sindacatori Ordinari di Palazzo Ducale, nel 1780 assegnata al Magistrato delle Fortificazioni.
PRCT:
Palazzo
PRCQ:
ducale
TCL:
luogo di provenienza
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 318
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVIII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTN:
De Ferrari, Lorenzo
AUTA:
1680-1744
Altre attribuzioni (AAT)
MTC
MTC:
olio su tela
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
247
MISL:
185
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Restauri (RST)
RSTD:
1967
RSTN:
D. Podio
RSTD:
1991-1992
RSTN:
Bonavera e Cambiaso
RSTN:
L. Romanengo
Notizie storico-critiche (NSC)
L'opera, realizzata da Lorenzo De Ferrari, è citata come ubicata a Palazzo Ducale già da Carlo Giuseppe Ratti nella sua guida (1766, 1780) e nelle "Vite" (1769): nel primo caso, l'autore la menziona come collocata nella Sala dei Sindacatori Ordinari, assegnata in seguito al Magistrato delle Fortificazioni; nel secondo caso, l'opera sembrerebbe collocata nella Sala degli Straordinari Sindacatori, una denominazione che, tuttavia, non corrisponde a nessuna delle magistrature della Repubblica di Genova, e farebbe quindi supporre un lapsus dell'autore o un errore di stampa. Sebbene non sia stato possibile identificare l'aula destinata ai Sindacatori Ordinari, risulta comunque più credibile l'informazione data dal Ratti nelle due edizioni della guida.
La tela risulta nell'"Elenco di quadri esistenti nella Galleria del Palazzo Municipale di Genova" prima del 1893 e, da quel momento, viene conservata a Palazzo Bianco.
Inizialmente, Ezia Gavazza ha collocato cronologicamente l'opera tra il 1726 e il 1730, anni immediatamente successivi alla morte del padre dell'artista, Gregorio De Ferrari, riconoscendo non poche analogie con la produzione di quest'ultimo. Tuttavia, in seguito, Mary Newcome Schleier ha proposto di anticipare la datazione al 1710, proprio in ragione della forte influenza della pittura di Gregorio De Ferrari nell'opera in esame.
Riguardo l'esistenza di disegni correlati a questa tela, sono due quelli che vi si avvicinano maggiormente: il primo è conservato al Metropolitan Museum di New York (inv. 62.119.3, 28,2x20,3 cm), mentre il secondo fa parte delle raccolte del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (inv. 8468 S, 27,0x27,9 cm). In entrambi i casi si tratta di composizioni ovali, analoghe al quadro per soggetto e impaginazione. Tuttavia, non è possibile definirli con certezza come bozzetti preparatori, in quanto, nel primo caso, il livello di finitura è talmente sommario da non permettere di affermare con sicurezza la pertinenza assoluta con la tela in questione, mentre nel secondo vi sono scene non ben identificabili che inducono a pensare che non vi sia uno stretto rapporto tra il disegno e l'Assunta di Palazzo Bianco. Dunque, sembrerebbe più plausibile pensare che il pittore abbia riutilizzato più volte il fortunato schema compositivo adottato per l'opera eseguita per Palazzo Ducale (Genova 1999, p. 335).
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
Provenienza
Nome (ACQN):
Palazzo Ducale
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG A. 12/8
Citazione completa (BIL)
Ratti, 1761, p. 266; Ratti, 1766, p. 23; Soprani, Ratti, 1769, p. 266; Ratti, 1780, p. 57; Grosso, 1910, p. 78; Grosso, 1912, p. 67; Elenco di quadri ed oggetti archeologici dei Palazzi Bianco e Rosso, 1914, n. 3, p. 8; Gavazza, 1965, pp. 24-25, 80 nota 110, 129; Newcome Schleier, 1989, p. 211; Boccardo, in "Ritorno a Palazzo" 1984, pp. 21-23; Boccardo, in "El siglo de los Genoveses" 1999, p. 335.