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Santa Cecilia con le teste di Valeriano e Tiburzio

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTN:
Strozzi, Bernardo
AUTA:
1581 circa -1644
Titolo (SGTT)
Santa Cecilia con le teste di Valeriano e Tiburzio
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 293
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTSI:
1615
DTSV:
ca
DTSF:
1616
DTSL:
ca
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Secondo la "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine, Cecilia, vissuta tra il II e il III secolo, era una nobildonna romana votata alla castità. Valeriano, il suo sposo, si convertì a sua volta ed entrambi ricevettero da un angelo due corone di fiori del paradiso, incapaci di appassire e visibili solo alle persone caste. Il loro intenso profumo spinse anche il fratello di Valeriano, Tiburzio, a convertirsi, venendo battezzato insieme al fratello dal vescovo Urbano. Il dipinto di Strozzi raffigura santa Cecilia mentre, con gli occhi rivolti al cielo, simbolo della sua strenua fedeltà a Dio, porta su un vassoio d'argento carico di fiori le due teste recise di Valeriano e Tiburzio, resi martiri dalla decapitazione. Esse recano ancora i serti floreali, la cui bellezza crea un forte contrasto con l'immagine cruda e macabra delle teste decapitate. (PALAZZI in "I fiori del Barocco" 2006, p. 228)