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San Francesco confortato dall'angelo musico

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTN:
Assereto, Gioacchino
AUTA:
1600 - 1649
Titolo (SGTT)
San Francesco confortato dall'angelo musico
SGT
SGTI:
San Francesco in estasi
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 292
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
La scena raffigura un episodio della vita di San Francesco riportato nella biografia di Tommaso da Celano e san Bonaventura da Bagnoregio (Legenda Maior, V). Ed è proprio a quest' ultimo che si può ricondurre la scelta di accostare il volto del santo al Crocifisso (Di Fabio 1992a; 1992b). Nel testo di Bonaventura è infatti scritto "il verace amore di Cristo aveva trasformato l'amante nell'immagine stessa dell'amato"; il santo stava per essere trasformato tutto nel ritratto di Gesù Cristo crocifisso". Il soggetto, fissato da un incisione del senese Francesco Vanni poi ripresa da Annibale Carracci, divenne uno dei più diffusi nell'ambito della pittura religiosa francescana (Prosperi Valenti Rodinò 1982). Il dipinto entrò a far parte delle Civiche collezioni nel 1898 con un'inizialmente discussa attribuzione a Pietro Raggi. A restituirlo con fermezza ad Assereto fu Camillo Manzitti (1972a 1972b; 1972c), pensiero condiviso da Franco Renzo Pesenti (1986) che ritenne la tela un'opera giovanile. Dubbi sull'autografia vennero espressi da Franco Boggero (1992) ma Zennaro (1995) cercò di apportare ulteriori confronti con autografi giovanili proponendo un confronto con la "Decollazione di san Giovanni Battista" della collezione Podio a Bologna, confermando una datazione non lontana dal 1626. Manzitti (2005b), infine, propose una cronologia più avanzata, intorno alla metà del quarto decennio, accanto alla versione di proprietà Labò, che fra le diverse versioni risulta la più affine per iconografia, stile, utilizzo dei colori e resa anatomica. Secondo Zennaro (2011), tuttavia, alcuni tratti stilistici giovanili permangono anche in opere dell'artista datate ben oltre la metà del quarto decennio.