La scena raffigura un episodio della vita di San Francesco riportato nella biografia di Tommaso da Celano e san Bonaventura da Bagnoregio (Legenda Maior, V). Ed è proprio a quest' ultimo che si può ricondurre la scelta di accostare il volto del santo al Crocifisso (Di Fabio 1992a; 1992b). Nel testo di Bonaventura è infatti scritto "il verace amore di Cristo aveva trasformato l'amante nell'immagine stessa dell'amato"; il santo stava per essere trasformato tutto nel ritratto di Gesù Cristo crocifisso". Il soggetto, fissato da un incisione del senese Francesco Vanni poi ripresa da Annibale Carracci, divenne uno dei più diffusi nell'ambito della pittura religiosa francescana (Prosperi Valenti Rodinò 1982). Il dipinto entrò a far parte delle Civiche collezioni nel 1898 con un'inizialmente discussa attribuzione a Pietro Raggi. A restituirlo con fermezza ad Assereto fu Camillo Manzitti (1972a 1972b; 1972c), pensiero condiviso da Franco Renzo Pesenti (1986) che ritenne la tela un'opera giovanile. Dubbi sull'autografia vennero espressi da Franco Boggero (1992) ma Zennaro (1995) cercò di apportare ulteriori confronti con autografi giovanili proponendo un confronto con la "Decollazione di san Giovanni Battista" della collezione Podio a Bologna, confermando una datazione non lontana dal 1626. Manzitti (2005b), infine, propose una cronologia più avanzata, intorno alla metà del quarto decennio, accanto alla versione di proprietà Labò, che fra le diverse versioni risulta la più affine per iconografia, stile, utilizzo dei colori e resa anatomica. Secondo Zennaro (2011), tuttavia, alcuni tratti stilistici giovanili permangono anche in opere dell'artista datate ben oltre la metà del quarto decennio.
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCD:
Palazzo Lomellini Patrone
PRDU:
1898
TCL:
luogo di provenienza
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 292
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTN:
Assereto, Gioacchino
AUTA:
1600 - 1649
MTC
MTC:
olio su tela
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
125,3
MISL:
95,3
MISP:
2,5
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Restauri (RST)
RSTD:
1961
RSTN:
D. Podio
RSTD:
1992
RSTN:
P. Magliano e F. Brunetti
Notizie storico-critiche (NSC)
La scena raffigura un episodio della vita di San Francesco riportato nella biografia di Tommaso da Celano e san Bonaventura da Bagnoregio (Legenda Maior, V). Ed è proprio a quest' ultimo che si può ricondurre la scelta di accostare il volto del santo al Crocifisso (Di Fabio 1992a; 1992b). Nel testo di Bonaventura è infatti scritto "il verace amore di Cristo aveva trasformato l'amante nell'immagine stessa dell'amato"; il santo stava per essere trasformato tutto nel ritratto di Gesù Cristo crocifisso". Il soggetto, fissato da un incisione del senese Francesco Vanni poi ripresa da Annibale Carracci, divenne uno dei più diffusi nell'ambito della pittura religiosa francescana (Prosperi Valenti Rodinò 1982). Il dipinto entrò a far parte delle Civiche collezioni nel 1898 con un'inizialmente discussa attribuzione a Pietro Raggi. A restituirlo con fermezza ad Assereto fu Camillo Manzitti (1972a 1972b; 1972c), pensiero condiviso da Franco Renzo Pesenti (1986) che ritenne la tela un'opera giovanile. Dubbi sull'autografia vennero espressi da Franco Boggero (1992) ma Zennaro (1995) cercò di apportare ulteriori confronti con autografi giovanili proponendo un confronto con la "Decollazione di san Giovanni Battista" della collezione Podio a Bologna, confermando una datazione non lontana dal 1626. Manzitti (2005b), infine, propose una cronologia più avanzata, intorno alla metà del quarto decennio, accanto alla versione di proprietà Labò, che fra le diverse versioni risulta la più affine per iconografia, stile, utilizzo dei colori e resa anatomica. Secondo Zennaro (2011), tuttavia, alcuni tratti stilistici giovanili permangono anche in opere dell'artista datate ben oltre la metà del quarto decennio.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
acquisto
Nome (ACQN):
Palazzo Lomellini Patrone
Data acquisizione (ACQD):
1898
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAN:
004781
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
1266/1
Citazione completa (BIL)
Grosso, 1909, p. 42; id., 1910, p. 69; Jacobsen 1911, p. 212; Grosso 1912, p.57; Castagna, Masini, 1929, p.163; Grosso 1932 p. 156; Gregori 1962, p. 177; Frabetti, 1968, p. 23; Marcenaro 1970, p. 15; Valsecchi, 1970, pp. 28-29; Castelnovi 1971, p. 156; Torriti, 1971, p. 21; Manzitti, 1972, p. 117; id., 1972, p. 23; id., 1972, p. 253; Gavazza 1974, p. 352; Ostrowski, 1981, p. 40; Pesenti, 1986, pp. 376-377, 380-381, 396, 402; Gioacchino Assereto, 1987, p. 26; Torriti 1987, II, p. 16;
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
Rubens, 1988, p. 110; Newcome Schleier in "Master Paintings", 1989, p. 44; id., 1989, p. 68; Zennaro, 1989, p. 618; Middione, 1990, p. 117; Tanzi, 1990, p. 44; Boggero 1992, p. 465; Di Fabio 1992a, p. 97-98; id., 1992, pp. 60-64 n. 10; Zennaro, 1995, p. 36, 56 nota 103; Finaldi, 2002, p. 26-28; Tarabra, 2002, p. 36; Bartoletti, 2003, p. 62; Di Fabio 2003, p. 52-53;
Citazione completa (BIL):
Frangi, Morandotti, 2004, p. 100; Bissel, 2005, p. 24 nota 7; Manzitti 2005b, p. 43, nota 38; Pesenti, 2005, p. 676; Zennaro, 2011, pp. 309-312, cat. A63.