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Maddalena (già "Cleopatra")

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTN:
Puligo, Degli Ubaldini Domenico
AUTA:
1492-1527
Titolo (SGTT)
Maddalena (già "Cleopatra")
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 287
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVI
DTZG:
XVI
MTC
MTC:
olio su tavola
Notizie storico-critiche (NSC)
La Maddalena è uno dei soggetti ricorrenti nelle opere di Domenico Puligo (Loreto 2016, p. 56). Questo vale soprattutto per quanto riguarda la produzione tarda del pittore, in cui, accanto alle figure femminili di tre quarti si affiancano varianti come quella delle giovani donne in veste di Maddalena. È abitudine del pittore riproporre formule compositive adattandole di volta in volta ai singoli dipinti. Infatti, anche in questo caso l'opera mostra una figura di tre quarti, tagliata a mezzo busto, con un richiamo alle opere di Leonardo da Vinci per quel che riguarda lo sfumato e la resa morbida delle superfici sfocate nei contorni. L'adesione di Puligo alla poetica leonardesca si esprime particolarmente in alcune figure che secondo Vasari costituirono parte rilevante delle opere dell'artista, tra cui appunto Cleopatra e la Maddalena. Nella tavola in esame, si può notare la corrispondenza con il tipo iconografico di Cleopatra, raffigurata a seno nudo con l'aspide in mano, secondo uno schema diffuso. Il volto è sofferente, la posa languida, le forme tornite e sfumate. Quest'iconografia, che presenta la donna a mezzo busto, con seni scoperti e mani e braccia in vista, deriva anch'essa dalle opere di Leonardo e viene spesso utilizzata per la raffigurazione di personaggi storici, biblici o mitologici. Tuttavia, è probabile che lo scopo dei dipinti di Puligo derivasse dalla consuetudine, affermata nell'Italia centrale tra Quattro e Cinquecento, di decorare le stanze private con immagini allegoriche tratte dai testi antichi, quali esempi di vizi e virtù, rispettivamente da evitare e seguire (Capretti in "Antichità Viva", XXXII, 1993, pp. 5-12).