Il soggetto che Jan Massjs affronta in questo dipinto è la rappresentazione allegorica della Carità cristiana, una delle tre Virtù Teologali. Secondo la tradizione iconografica, essa è raffigurata come una madre nell’atto di allattare un bambino, mentre altri due le stanno in grembo. La presenza di tre bimbi – le tre virtù- vuol significare che la Carità , “sebbene sia una sola ha nondimeno triplicata la sua forza” (Cesare Ripa), riassumendo in sè anche le qualità della Fede e della Speranza.
Massijs eseguì questa tavola durante il periodo dell’esilio (1544-1555), in cui, allontanato dalle Fiandre per la sua vicinanza alle idee luterane, si recò in Francia e in varie parti d’Italia, soggiornando a Genova, probabilmente intorno al 1549-50.
La Carità di Palazzo Bianco è un esempio mirabile ed emblematico della sintesi che i pittori di Anversa tentavano di operare intorno alla metà del Cinquecento fra la cultura manierista romana, ormai patrimonio internazionale, e la tradizione fiamminga.
I riferimenti, per non dire le citazioni, a modelli italiani appaiono ben chiari: la stesura del paesaggio è di evidente matrice leonardesca, mentre la composizione rimanda a Raffaello, Michelangelo e persino a Correggio.
Ciò che più colpisce, tuttavia, è il particolare atteggiamento dialettico di Massijs nei confronti di tali esempi, che rende questo dipinto non un tentativo di imitazione o emulazione, bensì un’opera originale e unica.
Gli scorci paesaggistici che aprono in profondità il dipinto esaltano la monumentale figura in primo piano. La statuaria e prorompente sensualità della donna, è raggelata e bloccata dall’elegante rigore geometrico della composizione, giocata su solidi volumi plastici, cui fa riscontro la precisa definizione dei contorni e la smaltata trasparenza dei colori. Gli elementi architettonici classicheggianti costituiscono ulteriore conferma dell’opzione culturale “romanista” del pittore.
(SERRA, 2010)
Il soggetto che Jan Massjs affronta in questo dipinto è la rappresentazione allegorica della Carità cristiana, una delle tre Virtù Teologali. Secondo la tradizione iconografica, essa è raffigurata come una madre nell’atto di allattare un bambino, mentre altri due le stanno in grembo. La presenza di tre bimbi – le tre virtù- vuol significare che la Carità , “sebbene sia una sola ha nondimeno triplicata la sua forza” (Cesare Ripa), riassumendo in sè anche le qualità della Fede e della Speranza.
Massijs eseguì questa tavola durante il periodo dell’esilio (1544-1555), in cui, allontanato dalle Fiandre per la sua vicinanza alle idee luterane, si recò in Francia e in varie parti d’Italia, soggiornando a Genova, probabilmente intorno al 1549-50.
La Carità di Palazzo Bianco è un esempio mirabile ed emblematico della sintesi che i pittori di Anversa tentavano di operare intorno alla metà del Cinquecento fra la cultura manierista romana, ormai patrimonio internazionale, e la tradizione fiamminga.
I riferimenti, per non dire le citazioni, a modelli italiani appaiono ben chiari: la stesura del paesaggio è di evidente matrice leonardesca, mentre la composizione rimanda a Raffaello, Michelangelo e persino a Correggio.
Ciò che più colpisce, tuttavia, è il particolare atteggiamento dialettico di Massijs nei confronti di tali esempi, che rende questo dipinto non un tentativo di imitazione o emulazione, bensì un’opera originale e unica.
Gli scorci paesaggistici che aprono in profondità il dipinto esaltano la monumentale figura in primo piano. La statuaria e prorompente sensualità della donna, è raggelata e bloccata dall’elegante rigore geometrico della composizione, giocata su solidi volumi plastici, cui fa riscontro la precisa definizione dei contorni e la smaltata trasparenza dei colori. Gli elementi architettonici classicheggianti costituiscono ulteriore conferma dell’opzione culturale “romanista” del pittore.
(SERRA, 2010)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Principe Odone
Data acquisizione (ACQD):
1866
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG A. 107/4
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
SERRA
BIBD:
2010
BIBN:
"Musei di Strada Nuova" pp. 140, nn. 59
Mostre (MST)
MSTT:
Mostra d'arte antica
MSTL:
Genova
MSTD:
1892
MSTT:
Mostra d'arte Fiamminga e Olandese dei secoli XV e XVI