Nonostante oggi sia generalmente ricondotta alla produzione di Giorgio Vasari, l'attribuzione di quest'opera è sempre stata una materia molto complessa e dibattuta. Infatti, il nome del pittore venne fatto per la prima volta nel 1920 da Hermann Voss, mentre Jacobsen e Berenson vi avevano dapprima riconosciuto la mano di Pontormo. Entrambe le possibilità vennero in seguito escluse da Paola Barocchi nel 1964, che associò piuttosto il dipinto alla produzione di Carlo Portelli, nome che venne ribadito anche da Costamagna nel 1994. Federico Zeri, invece, lo riferì alla prima attività di Jacopino del Conte.
Il soggetto raffigurato, non ancora identificato, è abbigliato alla maniera fiorentina del tardo Quattrocento o dei primi del Cinquecento, come testimoniano, in particolare, il tipico "lucco" e i polsini foderati di pelliccia. Questa singolare caratteristica lascia, dunque, intuire che possa trattarsi di un'effigie storica, o comunque in absentia, di un uomo vissuto precedentemente (Franklin in Athens, USA, 2023, pp. 142-144).
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Francia
PRVC:
Parigi
PRCD:
Hôtel de Matignon
PRCS:
Il dipinto viene menzionato per la prima volta tra le opere della Duchessa di Galliera fatte trasportare da Parigi a Genova nel 1888.
PRDU:
1888
PRCT:
Palazzo
PRCQ:
privato
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 262
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
metà
DTM:
data
DTSI:
1540
DTSV:
ca
DTSF:
1550
DTSL:
ca
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTN:
Vasari, Giorgio
AUTA:
1511-1574
AUTH:
00001327
Altre attribuzioni (AAT)
Carucci, Jacopo detto il Pontormo; Carlo Portelli; Jacopino del Conte
MTC
MTC:
olio su tavola di pioppo
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
88
MISL:
64
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Restauri (RST)
RSTD:
1951
RSTN:
P. Rubinacci
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
dipinto
Codifica Iconclass (DESI)
61B111
DES
DESS:
figure: gentiluomo
Notizie storico-critiche (NSC)
Nonostante oggi sia generalmente ricondotta alla produzione di Giorgio Vasari, l'attribuzione di quest'opera è sempre stata una materia molto complessa e dibattuta. Infatti, il nome del pittore venne fatto per la prima volta nel 1920 da Hermann Voss, mentre Jacobsen e Berenson vi avevano dapprima riconosciuto la mano di Pontormo. Entrambe le possibilità vennero in seguito escluse da Paola Barocchi nel 1964, che associò piuttosto il dipinto alla produzione di Carlo Portelli, nome che venne ribadito anche da Costamagna nel 1994. Federico Zeri, invece, lo riferì alla prima attività di Jacopino del Conte.
Il soggetto raffigurato, non ancora identificato, è abbigliato alla maniera fiorentina del tardo Quattrocento o dei primi del Cinquecento, come testimoniano, in particolare, il tipico "lucco" e i polsini foderati di pelliccia. Questa singolare caratteristica lascia, dunque, intuire che possa trattarsi di un'effigie storica, o comunque in absentia, di un uomo vissuto precedentemente (Franklin in Athens, USA, 2023, pp. 142-144).
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Maria Brignole - Sale De Ferrari
Data acquisizione (ACQD):
1889
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
PB 262
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG A. 80/3
Citazione completa (BIL)
Genova 1892, p. 139; Galleria di Palazzo Bianco 1893, p. 17; Berenson 1896, p. 127; Jacobsen in Archivio Storico dell'Arte, II, 1896, p. 119; Suida 1906, p. 142; Grosso 1909, p. 34; Grosso 1912, p. 47; Clapp 1912, pp. 154-155; Elenco dei quadri 1914, p. 7; Venturi 1925, p. 106; Cavassa 1929, p. 362; Grosso 1932, p. 130; Voss in Thieme Becker, XXVII, 1933, p. 231; Berenson 1936, p. 402; Toesca 1943, p. 22; Catalogo 1950, p. 10; Mazzarello 1950, p. 12;
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
Catalogo 1953, p. 10; Firenze 1956, pp. 21-22; Bernardi 1956, tav. XI; Catalogo 1957, p. 10; Catalogo 1961, p. 10; Berti 1964, p. 101; Catalogo 1965, p. 10; Storia d'Italia 1966, p. 1672; Barocchi in Festschrift 1968, p. 286; Pace in Bollettino d'arte LVIII, 1973, p. 32; Zeri in Antologia di Belle Arti 2, 1978, p. p. 119; Corti 1989, cat. 5; Costamagna 1994, cat. A59; Athens (USA) 2023, pp. 142-145