Allo stato attuale degli studi, non sono ancora emerse notizie sulla provenienza della tela, forse acquisita sul mercato antiquario genovese, tra il 1861 e il 1865, dal principe Odone di Savoia. Nella sua raccolta, l'opera era probabilmente attribuita genericamente a "scuola veneziana" (Di Fabio 1996). Relativamente alla paternità della tela, la critica ha dibattuto a lungo. Comunque, prendendo in considerazione le varie attribuzioni fatte nel corso del tempo, è possibile registrare una sostanziale convergenza per quel che riguarda la collocazione geografico-culturale dell'autore. Secondo Clario Di Fabio (1996), infatti, considerando l'alta qualità del dipinto, il campo della ricerca avrebbe dovuto essere ristretto a personalità di spicco nella cultura pittorica bresciana della prima metà del XVI secolo. Se in un primo momento l'opera venne attribuita a Girolamo Romanino (Suida 1906), dopo l'ultimo intervento di restauro, Di Fabio ha avanzato una nuova ipotesi per la quale si è reso necessario rianalizzare le tangenze della tela con le opere della prima maturità del Moretto, soprattutto in relazione alla figura della Vergine (Milano 2000).
Allo stato attuale degli studi, non sono ancora emerse notizie sulla provenienza della tela, forse acquisita sul mercato antiquario genovese, tra il 1861 e il 1865, dal principe Odone di Savoia. Nella sua raccolta, l'opera era probabilmente attribuita genericamente a "scuola veneziana" (Di Fabio 1996). Relativamente alla paternità della tela, la critica ha dibattuto a lungo. Comunque, prendendo in considerazione le varie attribuzioni fatte nel corso del tempo, è possibile registrare una sostanziale convergenza per quel che riguarda la collocazione geografico-culturale dell'autore. Secondo Clario Di Fabio (1996), infatti, considerando l'alta qualità del dipinto, il campo della ricerca avrebbe dovuto essere ristretto a personalità di spicco nella cultura pittorica bresciana della prima metà del XVI secolo. Se in un primo momento l'opera venne attribuita a Girolamo Romanino (Suida 1906), dopo l'ultimo intervento di restauro, Di Fabio ha avanzato una nuova ipotesi per la quale si è reso necessario rianalizzare le tangenze della tela con le opere della prima maturità del Moretto, soprattutto in relazione alla figura della Vergine (Milano 2000).
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Principe Odone di Savoia
Data acquisizione (ACQD):
1866
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAP:
fotografia b-n
FTAN:
004777
FTAX:
documentazione esistente
FTAP:
fotografia b-n
FTAN:
NEG A. 83/3
Citazione completa (BIL)
Suida, 1906, p. 200; Grosso, 1910, n. 2, p. 59; Jacobsen, in "Rep. für Kunstwissenschaft" 1911, XXXIV, p. 210; Grosso, 1912, p. 48; Genova, 1914, p. 7; Grosso, 1932, p. 244; Berenson, 1936, p. 32; Brescia 1939, p. 209; Catalogo provvisorio, 1950, p. 10; id. 1953, p. 10; id. 1957, p. 10; id. 1961, p. 10; id. 1965, p. 10; Genova 1996, pp. 200-2001; Milano 2000.
Mostre (MST)
MSTT:
Odone di Savoia 1846-1866. Le collezioni di un principe per Genova