ll dipinto fu portato via da Siviglia per mano del maresciallo francese Soult (inizio XIX sec.) e acquistato a Parigi da Raffaele De Ferrari Duca di Galliera il 22 maggio 1852 per 2.000 franchi. Confluì nelle Collezioni Civiche nel 1889 grazie alla donazione di Maria Brignole - Sale Duchessa di Galliera. Gaya Nuño (1958) ritiene che la tela sia parte del ciclo delle Storie di San Bonaventura da Bagnoregio che il collegio francescano di Siviglia volle dedicare al santo incaricando Zurbarán e Herrera il Vecchio (1958). Due dei dipinti della serie sono oggi conservati al Louvre: “San Bonaventura al Concilio di Lione” e “Esposizione del corpo di san Bonaventura”, “San Bonaventura e l'Angelo" si trova a Dresda e “San Bonaventura e san Tommaso d'Aquino di fronte al crocifisso” era conservato al Bode Museum di Berlino, ma è andato distrutto nel 1945. La composizione, di carattere tipicamente monastico, incornicia la scena principale che si svolge all’interno di una stanza delimitata sul fondo da pareti grigie rivestite da una libreria rossa rischiarata da due grandi finestre. Sul letto è stesa una coperta cremisi con il bordo oro e l’imponente baldacchino quasi scultoreo avvolge il santo. Bonaventura è steso sul letto e riceve l’ultima comunione dall’arcidiacono che gli sta porgendo l’ostia estratta dal calice dorato. Sul suo petto, attraverso la candida camicia aperta, si può notare una ferita in cui è confitta un’altra ostia. Secondo le fonti il santo, stremato dalla malattia, fu afflitto da convulsioni così forti da non poter ricevere l'estrema unzione, ma la particola passò attraverso il suo corpo, ricevendolo lui per miracolo. Orlando Grosso pone l’attenzione sul gesto del sacerdote che, impartendo il sacramento, ripete le movenze dell'ormai perduto dipinto del Bode Museum ipotizzando che quest’ultimo sia servito all'artista come modello di riferimento.
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Francia
PRVC:
Parigi
PRCD:
Hôtel Matignon
PRCT:
Palazzo
TCL:
luogo di provenienza
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 229
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTSI:
1629
DTSV:
ca
DTSF:
1630
DTSL:
ca
Autore (AUT)
AUTS:
attribuito
AUTR:
esecutore
AUTN:
Zurbarán, Francisco
AUTA:
1598 - 1664
MTC
MTC:
olio su tela
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
293
MISL:
311
Restauri (RST)
RSTD:
1948
RSTN:
P. Rubinacci
Notizie storico-critiche (NSC)
ll dipinto fu portato via da Siviglia per mano del maresciallo francese Soult (inizio XIX sec.) e acquistato a Parigi da Raffaele De Ferrari Duca di Galliera il 22 maggio 1852 per 2.000 franchi. Confluì nelle Collezioni Civiche nel 1889 grazie alla donazione di Maria Brignole - Sale Duchessa di Galliera. Gaya Nuño (1958) ritiene che la tela sia parte del ciclo delle Storie di San Bonaventura da Bagnoregio che il collegio francescano di Siviglia volle dedicare al santo incaricando Zurbarán e Herrera il Vecchio (1958). Due dei dipinti della serie sono oggi conservati al Louvre: “San Bonaventura al Concilio di Lione” e “Esposizione del corpo di san Bonaventura”, “San Bonaventura e l'Angelo" si trova a Dresda e “San Bonaventura e san Tommaso d'Aquino di fronte al crocifisso” era conservato al Bode Museum di Berlino, ma è andato distrutto nel 1945. La composizione, di carattere tipicamente monastico, incornicia la scena principale che si svolge all’interno di una stanza delimitata sul fondo da pareti grigie rivestite da una libreria rossa rischiarata da due grandi finestre. Sul letto è stesa una coperta cremisi con il bordo oro e l’imponente baldacchino quasi scultoreo avvolge il santo. Bonaventura è steso sul letto e riceve l’ultima comunione dall’arcidiacono che gli sta porgendo l’ostia estratta dal calice dorato. Sul suo petto, attraverso la candida camicia aperta, si può notare una ferita in cui è confitta un’altra ostia. Secondo le fonti il santo, stremato dalla malattia, fu afflitto da convulsioni così forti da non poter ricevere l'estrema unzione, ma la particola passò attraverso il suo corpo, ricevendolo lui per miracolo. Orlando Grosso pone l’attenzione sul gesto del sacerdote che, impartendo il sacramento, ripete le movenze dell'ormai perduto dipinto del Bode Museum ipotizzando che quest’ultimo sia servito all'artista come modello di riferimento.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Maria Brignole-Sale De Ferrari
Data acquisizione (ACQD):
1889
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
COMUNE DI GENOVA
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAN:
NEG 1549/4
Citazione completa (BIL)
Collection Sorolt. Verute. Paris, 1852, n. 25; Luisa V. : 1906, p. 159; Jacolsen S. : Le Gallerie Brignole Sale De Ferrari/ Architetti dell' ante 1896, II p. 116 ; Grosso D. : catalogo delle Gallerie di Palazzo Rosso e biennio, 1910, p. 54 / 1912, p. 43 ; Grosso O. : Le Gallerie d' arte del Comune di Genova. 1932, p. 142 ; Paggi Cervetto - Villo : catalogo delle mostra d' arte antica, Genova 1892, p.169 ;
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
Jacolsen S. : Gemolde und Zeichmungen in Genova / Refectorium fur Kunstwinensheft XXXIV, P. 208 ; Grosso O. : Genova (Storia- ante) Milano D. S. ; Gaya Nurto J. A. : La pintura española , Madrid 1958, p. 2990 ; G. M. Delettrea, Ghalie du Nord, Paris 1959, p. 26 ; Ceriotti Guido : La pittura straniera in Italia, Busto Arsizio, 1959, p. 16 - p. 275 tav, 223 ;
Citazione completa (BIL):
Herick Hergag e Ursula Sehlega : Berihage gu Francisco de Zurbaràn in "Chauteau" XVIII Jargang Meft 2, pp. 91- 101 ; P. Guinard, Zurbaran - Paris 1960, pp. 253 - 254, n. 381 ; P. Guinard : Los conjuntos dispersos o desaparacidos de Z. anotaciones a Cean Bermudes in "frech. esp. de arte" 1946, p. 267 ; Galleria di Palazzo Bianco, catalogo delle opere d ' arte esposte per sala, Genova 1908, p. 13 n. II ;
Citazione completa (BIL):
catalogo provvisorio della Galleria di Palazzo Bianco, Bergenno, 1940, p. 14 / 1953 p. 13 / 1957 p. 13 / 1961 p. 13 / 1965 p. 14 ; A. L. Ulayer, die Sevillaner Shlabershube, Leipsig 1911, p. 153 ; Elenco di quadri ed oggetti archeologici di Palazzo Bianco e Rosso, Genova 1914, p. 6 n. 11 ; O. Grosso, catalogo della gallerie di Palazzo Bianco e Rosso, Genova 1909, p. 31 n. 11 ;