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Trittico dell'Adorazione dei Magi

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
trittico
Identificazione (OGTV):
opera isolata
Autore (AUT)
AUTS:
attribuito
AUTR:
esecutore
AUTN:
Van Aelst, Pieter Coecke
AUTA:
1502 - 1550
Titolo (SGTT)
Trittico dell'Adorazione dei Magi
SGT
SGTI:
ADORAZIONE DEI MAGI, ANNUNCIAZIONE E FUGA IN EGITTO
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 177
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
sec. XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
metà
MTC
MTC:
olio su tavola di rovere
Notizie storico-critiche (NSC)
Il trittico fa parte di quel gruppo di dipinti pervenuti alle collezioni Civiche dopo essere stati requisiti da monasteri e chiese soppressi durante il periodo napoleonico. Secondo l'Alizeri infatti è possibile che provenga dall'Abbazia della Cervara insieme al polittico omonimo di Gerard David (Alizeri 1846). In seguito venne affidato temporaneamente dalla Repubblica Democratica a Giuseppe Fravega per arredare la sua dimora e che, nel 1805 il governo francese aveva richiesto in restituzione. Fravega alloggiava al piano nobile di Palazzo Bianco come affittuario della famiglia Brignole – Sale (Di Fabio 1997). Il trittico venne in seguito spostato nel gabinetto dei Sindaci a Palazzo Ducale e poi a Palazzo Tursi nel 1869. Dal 1892 è collocato definitivamente a Palazzo Bianco. L’opera è composta da tre pannelli nei quali sono raffigurate, a partire da sinistra, le vicende bibliche dell'Annunciazione, dell'Adorazione dei magi e della fuga in Egitto. La prima scena sembra svolgersi all' interno di una chiesa gotica dove i raggi che filtrano dal rosone illuminano la testa dell'arcangelo. Quest’ultimo impugna un bastone d’oro, dal quale si srotola un cartiglio che reca le parole della salutazione angelica “AVE MARIA, GRAZIE PLENA DOMINUS…TECUM BENEDICTA TU…”. Nel pannello centrale è raffigurata la Madonna con il Bambino appoggiato al grembo, che intinge le dita in una coppa d’oro offertagli da uno dei magi mentre gli altri due attendono pazientemente di mostrare i loro doni. Inginocchiato a sinistra della Vergine si trova san Giuseppe con il viso reclinato che si appoggia alla mano destra. Sullo sfondo lo spazio è scandito da un’architettura dal gusto rinascimentale in rovina accompagnato da piccole figure secondarie. Nel pannello centrale un piccolo gruppo di cavalieri si dirige verso la pianura mentre nel riposo durante la fuga in Egitto si può riconoscere la strage degli innocenti. L’iconografia dell’Adorazione dei magi è un tema popolare dell’ambito anversano già a partire dal secolo precedente e che in quegli anni (1510-1530) ebbe un notevole impulso grazie al culto della vergine (Boccardo; Di Fabio 1997)