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Visitare gli infermi

Musei di Strada Nuova
Definizione bene (OGT)
OGTD:
dipinto
Identificazione (OGTV):
serie
Autore (AUT)
AUTR:
esecutore
AUTM:
bibliografia
AUTN:
De Wael, Cornelis
AUTA:
1592-1667
DES
DESS:
Personaggi: visitatori, infermi. Abbigliamento: vesti signorili del tempo; camicie, bende sul capo. Oggetti: letti, tavolo, sedie . Animali: cani.
Titolo (SGTT)
Visitare gli infermi
SGT
SGTI:
Sette opere di misericordia: visitare gli infermi
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 458
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
DTZ
DTZG:
sec. XVII
Cronologia (DT)
DTM:
bibliografia
ADT:
1640 circa
DTSI:
1640
DTSV:
ca
DTSF:
1640
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Il tema delle opere di misericordia venne affrontato piu' volte da Cornelis De Wael o in opere singole, fondendo in un'unica scena le sette pratiche misericordiose, oppure, in serie di sette tele, come nel caso in oggetto. Questo "visitare gli infermi" e' ambientato nell'antico ospedale genovese di Pammatone e la scena raffigura il lunedì santo, quando i "serenissimi collegi della repubblica" partecipavano, in quel luogo, alla cerimonia del "perdon grande", la visita degli infermi, appunto, che consentiva di guadagnare l'indulgenza plenaria. La serie delle opere di misericodia, pervenuta mutila, cui appartiene questo dipinto, con ogni probabilità costituisce il prototipo di tutte le altre serie simili (Di Fabio, 1997). Cornelis De Wael, insieme al fratello Lucas, si stabilì a genova dal 1619, prendendo in locazione un alloggio che ben presto divenne, secondo una tradizione già consolidata nelle fiandre, una casa- bottega, dove i pittori fiamminghi che approdavano in città potevano trovare accoglienza e il necessario per iniziare a lavorare con tranquillità. In questa sede si organizzava, inoltre, il lavoro in base alle committenze, alle attitudini dei vari pittori, diversificando i generi, così da far fronte alle più varie richieste dei signori genovesi: battaglie e marine, nature morte di fiori, frutta e animali, scene di genere, erano i soggetti più praticati e di successo. Cornelis, oltre che per questa importante operazione culturale che riunì fra l’altro artisti della statura di Jan Roos e Van Dyck, fu apprezzato per un genere pittorico, come riferisce il Soprani, in cui trasponeva “il suo genio di fare figure piccole”, articolate a gruppi e caratterizzate da una magistrale cura per i dettagli dell’abbigliamento e delle fisionomie. In particolare, le tele conservate a Palazzo Bianco che illustrano due delle sette opere di misericordia, gli furono commissionate intorno al 1640 da un grande nobile genovese, Pier Francesco Grimaldi, mecenate e convinto estimatore del maestro. Giunte per via ereditaria a Ignazio Pallavicini, furono poi vendute dai suoi discendenti e acquistate sul mercato antiquario per Palazzo Bianco nel 1948. Esse fanno parte di una serie andata perduta, fatta eccezione per alloggiare i pellegrini, in collezione privata, delle sette opere, soggetto in cui Cornelis si cimentò varie volte. Il pretesto religioso era l’occasione di ribadire, con la sollecitudine dell’elemosina e con la presenza fisica, il proprio eminente ruolo sociale. Non a caso, fra il cancelliere e il rettore dell’ospedale, in primo piano, con un elegante vestito nero su cui spicca il vasto colletto di pizzo bianco, è seduto il committente del dipinto: Pier Francesco Grimaldi. (SERRA 2010, p. 150)