A destra e a sinistra appaiono due galee, viste da prora e da poppa, "fotografate" mentre due forti ondate si abbattono su di esse, fra la disperazione e l'affanno dei marinai; in alto a sinistra un soldato – in piedi sulla “rembata” della galea - che ancora indossa il corsaletto da battaglia alza le mani al cielo in invocazione, mentre la vela prodiera è ormai sfuggita al controllo. Per l'effetto di una forte ondata sulla fiancata sinistra, l'altra galea sbanda paurosamente mentre la maggior parte dei remi volano in pezzi.
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
1058
INVD:
10/07/2019
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTSI:
1601
DTSF:
1650
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Attorno al 1609-1610, giunge a Genova un personaggio artistico molto controverso ma di sicuro talento: Agostino Tassi. Noto anche in epoca recente per lo stupro che commise sulla giovane pittrice Artemisia Gentileschi, fu certamente un uomo rissoso, tanto che il Granduca di Toscana, di cui venne a servizio dopo il periodo "romano", lo relegò per alcuni anni tra le galere dell'Ordine di Santo Stefano.
Nell’ambiente livornese Agostino ebbe il suo tirocinio di marinista, ricevendo un imprinting particolare che lo accompagnerà nei suoi paesaggi marittimi, fatti di navi viste dalla costa e sulle spiagge e di piccole figure umane variopinte. Risultato di un’esperienza personale o di un racconto udito da altri, un dato è certo: l'età delle galee è segnata dalla loro straordinaria fragilità. Quelle stesse caratteristiche di velocità e maneggevolezza che le rendevano così pericolose, le ponevano alla mercé di ogni brusco cambiamento del tempo. Se ne accorse Gio. Andrea Doria, nella notte del 6 febbraio 1556, quando perse 11 galee dello zio Andrea Doria, spazzate via da una burrasca improvvisa sorta a ponente della costa della Corsica: episodio per il quale il giovane Doria accusò il suo capo pilota, Simon di Preta di Portovenere.
A destra e a sinistra appaiono due galee, viste da prora e da poppa, "fotografate" mentre due forti ondate si abbattono su di esse, fra la disperazione e l'affanno dei marinai; in alto a sinistra un soldato – in piedi sulla “rembata” della galea - che ancora indossa il corsaletto da battaglia alza le mani al cielo in invocazione, mentre la vela prodiera è ormai sfuggita al controllo. Per l'effetto di una forte ondata sulla fiancata sinistra, l'altra galea sbanda paurosamente mentre la maggior parte dei remi volano in pezzi.
Notizie storico-critiche (NSC)
Attorno al 1609-1610, giunge a Genova un personaggio artistico molto controverso ma di sicuro talento: Agostino Tassi. Noto anche in epoca recente per lo stupro che commise sulla giovane pittrice Artemisia Gentileschi, fu certamente un uomo rissoso, tanto che il Granduca di Toscana, di cui venne a servizio dopo il periodo "romano", lo relegò per alcuni anni tra le galere dell'Ordine di Santo Stefano.
Nell’ambiente livornese Agostino ebbe il suo tirocinio di marinista, ricevendo un imprinting particolare che lo accompagnerà nei suoi paesaggi marittimi, fatti di navi viste dalla costa e sulle spiagge e di piccole figure umane variopinte. Risultato di un’esperienza personale o di un racconto udito da altri, un dato è certo: l'età delle galee è segnata dalla loro straordinaria fragilità. Quelle stesse caratteristiche di velocità e maneggevolezza che le rendevano così pericolose, le ponevano alla mercé di ogni brusco cambiamento del tempo. Se ne accorse Gio. Andrea Doria, nella notte del 6 febbraio 1556, quando perse 11 galee dello zio Andrea Doria, spazzate via da una burrasca improvvisa sorta a ponente della costa della Corsica: episodio per il quale il giovane Doria accusò il suo capo pilota, Simon di Preta di Portovenere.