Si tratta di uno dei modelli navali più antichi in Italia, già conservato nel santuario dell'Acquasanta, nell'entroterra genovese.
Eppure il vascello è veneto, come rivela il leone di San Marco sulla prua.
Mentre lo scafo è sproporzionato e approssimativo nei dettagli, l'attrezzatura velica denota una grande conoscenza della realtà.
L’ipotesi più probabile è dunque che l’ignoto autore fosse un gabbiere, o un nostromo, un testimone fedele dei cambiamenti che tra Cinque e Seicento avevano permesso il perfezionamento delle navi e l’evoluzione della loro capacità di manovra, velocità e tenuta del mare.
Si tratta di uno dei modelli navali più antichi in Italia, già conservato nel santuario dell'Acquasanta, nell'entroterra genovese.
Eppure il vascello è veneto, come rivela il leone di San Marco sulla prua.
Mentre lo scafo è sproporzionato e approssimativo nei dettagli, l'attrezzatura velica denota una grande conoscenza della realtà.
L’ipotesi più probabile è dunque che l’ignoto autore fosse un gabbiere, o un nostromo, un testimone fedele dei cambiamenti che tra Cinque e Seicento avevano permesso il perfezionamento delle navi e l’evoluzione della loro capacità di manovra, velocità e tenuta del mare.