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Assedio della fortezza di Corone

Galata Museo del Mare
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTN:
Calvi, Lazzaro
AUTA:
1502-1605
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
3374
INVD:
11/07/2019
DTZ
DTZG:
XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
La fortezza di Corone nel Peloponneso occidentale (Grecia, oggi Koroni) era stata possedimento veneziano dagli inizi del XIII secolo, ma nel 1500 era stata conquistata dai Turchi Ottomani.

La fortezza sembrava imprendibile dal lato terrestre. All’alba del 21 settembre 1532 Andrea Doria – al servizio dell’imperatore asburgico Carlo V – la attacca dal mare con una flotta di galee e «caracche»”. Egli adotta in contemporanea due tattiche diverse. La prima (rappresentata nel lato sinistro del quadro) consisteva nel legare le galee in coppie poppa contro poppa; avvicinarsi alla fortezza sulla spinta dei vogatori della galea frontale che, giunta a tiro di cannone, scaricava i suoi pezzi di maggior calibro, collocati a prora. A questo punto la seconda galea la trainava a tutta forza verso il mare aperto, sottraendola al fuoco nemico.

Ma il Doria utilizza anche una tecnica di assedio tipicamente medievale, come descritto nel lato destro del quadro. Dalle grandi navi tonde, gettata l’ancora ai piedi delle mura della fortezza, i soldati italiani, spagnoli e tedeschi si arrampicano su scale e ponti volanti gettati dagli alberi delle navi contro le mura; i Turchi – che consideravano quel lato imprendibile – vengono presi alla sprovvista e la fortezza cade in mano del Doria.

Nella primavera del 1533 un analogo assedio turco dal mare sarebbe stato respinto. Soltanto il 1º aprile 1534 la fortezza dovette capitolare ad un attacco da terra e la guarnigione spagnola ritirarsi definitivamente.