Il soggetto del dipinto è allegorico, come dimostra la presenza di una nave «mistica» nella parte inferiore destra. Esso è tuttavia riconducibile a un evento realmente accaduto. In questo lavoro di ricostruzione storica ci aiutano alcuni dettagli.
In primo luogo sono le tre figure ospitate nella poppa della nave suddetta che, in segno di onore è sormontata dalla celega, un pesante drappo damascato e dorato che scende fino all'acqua.
La tiara a "triregno" indica che il personaggio centrale è il Papa. Alla sua destra - retaggio della iconografia medievale dove l'imperatore è sostegno e consigliere del papa stesso - si riconosce un uomo dalla barba e dalla capigliatura ricciuta e fulva: inconfondibilmente si tratta di Carlo V. La terza figura ha i canoni della rappresentazione di Andrea Doria: anziano, vestito di nero e con una lunga barba bianca (il sodalizio tra questi e Carlo V dura dal 1528 fino all'abdicazione dell'Asburgo, avvenuta nel 1555).
Tuttavia non ci sono notizie storiche certe di un incontro a Genova tra questi tre personaggi.
Un passaggio del papa a Genova potrebbe risalire al giugno del 1538, quando Paolo III sta tornando da Nizza, dove ha mediato una tregua tra i due nemici mortali, Carlo V e Francesco I, allo fine di un’alleanza anti turca.
Ci viene in aiuto un altro dettaglio. Il dipinto rappresenta una flotta di galee, chiaramente diretta ad Oriente, su cui sventola in primo piano lo stendardo della Lega, con il Crocefisso su campo rosso, donato dal Papa (un esemplare, ad esempio è conservato a Gaeta, a Palazzo De Vio). Questo stendardo nel dipinto distingue la galea capitana; essa segue la nave «mistica», a indicare che non di una semplice spedizione si tratta, ma di una crociata.
Il fatto che i tre personaggi siano rappresentati “sulla stessa barca” simboleggia dunque un’unità di intenti.
Tutto ciò riconduce la realizzazione del dipinto ai mesi tra la «tregua di Nizza» e la partenza della Lega Santa, nella tarda estate dello stesso anno.
E’ molto probabile che il dipinto sia stato commissionato dal Doria stesso, probabilmente per adornare la Villa di Fassolo, rappresentata in alto nella veduta di Genova che fa da sfondo alla scena. Del resto chi, se non Andrea stesso, avrebbe potuto osare farsi raffigurare in un dipinto insieme al papa e all'imperatore?
DES
DESS:
allegorie-simboli
SGT
SGTI:
Allegoria
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
3369
INVD:
11/07/2019
DTZ
DTZG:
XVI
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
MTC
MTC:
olio su tavola
Notizie storico-critiche (NSC)
La «tregua di Nizza» permise la costituzione della Sacra Lega, che verrà stipulata nel 1538 tra l'Impero, il Papato e Venezia, allo scopo di contrastare l’avanzata dei Turchi, che avevano conquistato varie isole egee e ioniche appartenenti alla Repubblica di Venezia e devastato le coste calabresi. Il suo esito fu tuttavia deludente.
Le navi della Lega affrontarono quelle turche di Khayr al-Din detto il Barbarossa nella battaglia di Préveza, sulle coste occidentali della Grecia, il 27 settembre 1538. Per quanto superiori di numero, esse furono sconfitte, anche a causa dell’abbandono di campo di Andrea Doria, accusato di non voler mettere a rischio le sue galee.
Le perdite in mare furono modeste, ma enormi sul piano politico: il campo cristiano ne usciva incrinato: i Veneziani – che avevano resistito sino alla fine - ebbero la sensazione di essere stati traditi. Inoltre si diffuse la convinzione che i Turchi fossero invincibili, con la conseguenza della fuga di molte popolazioni cristiane dalle coste. Occorreranno 33 anni, sino alla battaglia di Lepanto, per vedere restaurato un seppur precario equilibrio geo-politico nel Mediterraneo.
Il soggetto del dipinto è allegorico, come dimostra la presenza di una nave «mistica» nella parte inferiore destra. Esso è tuttavia riconducibile a un evento realmente accaduto. In questo lavoro di ricostruzione storica ci aiutano alcuni dettagli.
In primo luogo sono le tre figure ospitate nella poppa della nave suddetta che, in segno di onore è sormontata dalla celega, un pesante drappo damascato e dorato che scende fino all'acqua.
La tiara a "triregno" indica che il personaggio centrale è il Papa. Alla sua destra - retaggio della iconografia medievale dove l'imperatore è sostegno e consigliere del papa stesso - si riconosce un uomo dalla barba e dalla capigliatura ricciuta e fulva: inconfondibilmente si tratta di Carlo V. La terza figura ha i canoni della rappresentazione di Andrea Doria: anziano, vestito di nero e con una lunga barba bianca (il sodalizio tra questi e Carlo V dura dal 1528 fino all'abdicazione dell'Asburgo, avvenuta nel 1555).
Tuttavia non ci sono notizie storiche certe di un incontro a Genova tra questi tre personaggi.
Un passaggio del papa a Genova potrebbe risalire al giugno del 1538, quando Paolo III sta tornando da Nizza, dove ha mediato una tregua tra i due nemici mortali, Carlo V e Francesco I, allo fine di un’alleanza anti turca.
Ci viene in aiuto un altro dettaglio. Il dipinto rappresenta una flotta di galee, chiaramente diretta ad Oriente, su cui sventola in primo piano lo stendardo della Lega, con il Crocefisso su campo rosso, donato dal Papa (un esemplare, ad esempio è conservato a Gaeta, a Palazzo De Vio). Questo stendardo nel dipinto distingue la galea capitana; essa segue la nave «mistica», a indicare che non di una semplice spedizione si tratta, ma di una crociata.
Il fatto che i tre personaggi siano rappresentati “sulla stessa barca” simboleggia dunque un’unità di intenti.
Tutto ciò riconduce la realizzazione del dipinto ai mesi tra la «tregua di Nizza» e la partenza della Lega Santa, nella tarda estate dello stesso anno.
E’ molto probabile che il dipinto sia stato commissionato dal Doria stesso, probabilmente per adornare la Villa di Fassolo, rappresentata in alto nella veduta di Genova che fa da sfondo alla scena. Del resto chi, se non Andrea stesso, avrebbe potuto osare farsi raffigurare in un dipinto insieme al papa e all'imperatore?
DES
DESS:
allegorie-simboli
Notizie storico-critiche (NSC)
La «tregua di Nizza» permise la costituzione della Sacra Lega, che verrà stipulata nel 1538 tra l'Impero, il Papato e Venezia, allo scopo di contrastare l’avanzata dei Turchi, che avevano conquistato varie isole egee e ioniche appartenenti alla Repubblica di Venezia e devastato le coste calabresi. Il suo esito fu tuttavia deludente.
Le navi della Lega affrontarono quelle turche di Khayr al-Din detto il Barbarossa nella battaglia di Préveza, sulle coste occidentali della Grecia, il 27 settembre 1538. Per quanto superiori di numero, esse furono sconfitte, anche a causa dell’abbandono di campo di Andrea Doria, accusato di non voler mettere a rischio le sue galee.
Le perdite in mare furono modeste, ma enormi sul piano politico: il campo cristiano ne usciva incrinato: i Veneziani – che avevano resistito sino alla fine - ebbero la sensazione di essere stati traditi. Inoltre si diffuse la convinzione che i Turchi fossero invincibili, con la conseguenza della fuga di molte popolazioni cristiane dalle coste. Occorreranno 33 anni, sino alla battaglia di Lepanto, per vedere restaurato un seppur precario equilibrio geo-politico nel Mediterraneo.