Il capitano Botto fu uno degli ultimi capitani della Repubblica di Genova.
La sua impresa più celebre è certamente quella compiuta I’11 agosto 1788, al comando delle due galee «Raggia» e «San Giorgio»: sulla prima - galea capitana - Botto dirige l’inseguimento di uno sciabecco algerino, denominato «Clanchec» (Uccello) e di una polacca napoletana catturata dai corsari.
Mentre questa riesce a sfuggire ai Genovesi, lo sciabecco viene raggiunto al largo tra Sanremo e Arma di Taggia. Botto ordina una manovra congiunta: mentre la «Raggia» si avvicina e spara a mitraglia sul ponte, la «San Giorgio» sperona lo sciabecco da poppa e va all’abbordaggio con un centinaio dl uomini, tra marinai e fucilieri. Dopo una breve ma feroce battaglia, gli Algerini si arrendono e lo sciabecco catturato viene condotto a Genova con l’equipaggio in catene.
Caduta di colore sul lato destro a circa metà altezza, tela arida con incrostazioni e crepe
Notizie storico-critiche (NSC)
Il capitano Botto fu uno degli ultimi capitani della Repubblica di Genova.
La sua impresa più celebre è certamente quella compiuta I’11 agosto 1788, al comando delle due galee «Raggia» e «San Giorgio»: sulla prima - galea capitana - Botto dirige l’inseguimento di uno sciabecco algerino, denominato «Clanchec» (Uccello) e di una polacca napoletana catturata dai corsari.
Mentre questa riesce a sfuggire ai Genovesi, lo sciabecco viene raggiunto al largo tra Sanremo e Arma di Taggia. Botto ordina una manovra congiunta: mentre la «Raggia» si avvicina e spara a mitraglia sul ponte, la «San Giorgio» sperona lo sciabecco da poppa e va all’abbordaggio con un centinaio dl uomini, tra marinai e fucilieri. Dopo una breve ma feroce battaglia, gli Algerini si arrendono e lo sciabecco catturato viene condotto a Genova con l’equipaggio in catene.
