L’età “eroica” della marina velica viene identificata con i “clipper” – grandi velieri costruiti in acciaio – che agli inizi del ‘900 riuscivano ancora a competere con i piroscafi sulle rotte dei Capi, con destinazione Australia, sud-est asiatico, Cile e Perù.
Non furono molti quelli italiani; tra questi il «Giuseppe D’Alì» (tonn. 1654), costruito a Sestri P. nei cantieri Odero per conto dell’omonimo armatore. La famiglia D’Alì era trapanese ma di antica origine araba, già attiva nel settore della pesca e commercio del corallo e del tonno e nelle saline.
Dopo i clipper «Giuseppe D’Alì», «Gabriele D’Alì» e «Rosalia D’Alì», venne varato da Odero anche il primo piroscafo trapanese, il «Giovan Maria D’Alì» della portata di 4000 tonn. Altri ne seguirono, costruiti in Scozia. Due di essi sopravvissero alla seconda guerra mondiale.
Il «Giuseppe D’Alì» fu demolito a Trieste nel 1923.
L’età “eroica” della marina velica viene identificata con i “clipper” – grandi velieri costruiti in acciaio – che agli inizi del ‘900 riuscivano ancora a competere con i piroscafi sulle rotte dei Capi, con destinazione Australia, sud-est asiatico, Cile e Perù.
Non furono molti quelli italiani; tra questi il «Giuseppe D’Alì» (tonn. 1654), costruito a Sestri P. nei cantieri Odero per conto dell’omonimo armatore. La famiglia D’Alì era trapanese ma di antica origine araba, già attiva nel settore della pesca e commercio del corallo e del tonno e nelle saline.
Dopo i clipper «Giuseppe D’Alì», «Gabriele D’Alì» e «Rosalia D’Alì», venne varato da Odero anche il primo piroscafo trapanese, il «Giovan Maria D’Alì» della portata di 4000 tonn. Altri ne seguirono, costruiti in Scozia. Due di essi sopravvissero alla seconda guerra mondiale.
Il «Giuseppe D’Alì» fu demolito a Trieste nel 1923.