Il dipinto mostra una delle spiagge interne al porto di Livorno, dove una galea e un galeone
sono in costruzione sopra i rispettivi scali, mentre una nave olandese è in avvicinamento e un palischermo, barca di rappresentanza per persone altolocate, proviene da destra. A ridosso del molo sono all’àncora tre galeoni.
Il dipinto - in origine una sovrapporta di forma semicircolare, è tradizionalmente attribuito ad Agostino Tassi, sebbene sia più facilmente opera di Filippo d'Angeli (detto Filippo Napoletano) o Gio. Battista Primi, che entrambi appartennero alla sua bottega e realizzarono dipinti di buona qualità nel medesimo stile.
Titolo (SGTT)
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
900
INVD:
10/07/2019
DTZ
DTZG:
XVII
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Nella seconda metà del '500, emerge con prepotenza lo scalo di Livorno - espressione di un rinnovato interesse del Granducato per il mare - grazie a due caratteristiche fondamentali: l’apertura a ogni tipo di commercio e la tolleranza verso etnie e religioni diverse: fu a lungo il principale porto degli Inglesi in Mediterraneo, ospitò comunità di religione ebrea, ortodossa e musulmana e, per contro, fu la base navale dei Cavalieri di Santo Stefano, un'ordine religioso-cavalleresco, la cui missione era combattere in mare Turchi e Barbareschi.
Il dipinto mostra una delle spiagge interne al porto di Livorno, dove una galea e un galeone
sono in costruzione sopra i rispettivi scali, mentre una nave olandese è in avvicinamento e un palischermo, barca di rappresentanza per persone altolocate, proviene da destra. A ridosso del molo sono all’àncora tre galeoni.
Il dipinto - in origine una sovrapporta di forma semicircolare, è tradizionalmente attribuito ad Agostino Tassi, sebbene sia più facilmente opera di Filippo d'Angeli (detto Filippo Napoletano) o Gio. Battista Primi, che entrambi appartennero alla sua bottega e realizzarono dipinti di buona qualità nel medesimo stile.
Notizie storico-critiche (NSC)
Nella seconda metà del '500, emerge con prepotenza lo scalo di Livorno - espressione di un rinnovato interesse del Granducato per il mare - grazie a due caratteristiche fondamentali: l’apertura a ogni tipo di commercio e la tolleranza verso etnie e religioni diverse: fu a lungo il principale porto degli Inglesi in Mediterraneo, ospitò comunità di religione ebrea, ortodossa e musulmana e, per contro, fu la base navale dei Cavalieri di Santo Stefano, un'ordine religioso-cavalleresco, la cui missione era combattere in mare Turchi e Barbareschi.