Questa barca non venne registrata al RINA e quindi non siamo in grado di fornire una sua “carta d’identità”, dobbiamo affidarci alla testimonianza dello stesso Gavarrone. Appare così una nave consistente, probabilmente attorno alle 500 tonnellate di portata.
Il tempo e l’esperienza hanno comportato semplificazioni notevoli, soprattutto a livello velico: soppresse le vele auriche dietro a trinchetto e maestra, sostituite da due coppie di vele di strallo, più facili da manovrare. Soppressi coltellacci e scopamari: i capitani sembrano rendersi conto che il “vento è sopra” e per intercettarlo occorre far crescere in altezza la velatura. Si noterà così che debutta una quinto ordine di vele quadre: sono il controvelaccio e il controvelaccino. E’ un frazionamento della velatura in ordine verticale che permette di avere vele più larghe e più “corte”, con le quali manovrare meglio, senza per questo dover aumentare il numero dell’equipaggio.
Questa barca non venne registrata al RINA e quindi non siamo in grado di fornire una sua “carta d’identità”, dobbiamo affidarci alla testimonianza dello stesso Gavarrone. Appare così una nave consistente, probabilmente attorno alle 500 tonnellate di portata.
Il tempo e l’esperienza hanno comportato semplificazioni notevoli, soprattutto a livello velico: soppresse le vele auriche dietro a trinchetto e maestra, sostituite da due coppie di vele di strallo, più facili da manovrare. Soppressi coltellacci e scopamari: i capitani sembrano rendersi conto che il “vento è sopra” e per intercettarlo occorre far crescere in altezza la velatura. Si noterà così che debutta una quinto ordine di vele quadre: sono il controvelaccio e il controvelaccino. E’ un frazionamento della velatura in ordine verticale che permette di avere vele più larghe e più “corte”, con le quali manovrare meglio, senza per questo dover aumentare il numero dell’equipaggio.