In questa tela, firmato e datato "Mosè Bianchi/Milano 1874", l’intensità della luce che illumina la scena serve a far risaltare la preziosità quasi miniaturistica dei particolari, risolti in cromie smaltate con un approccio che richiama lo stile del pittore Giuseppe Bertini, maestro di Bianchi. Al centro della scena la figura della pittrice spicca nelle sue vesti scure, concentrata sul dipinto che ha di fronte.
DES
DESS:
figure: donna
Titolo (SGTT)
La pittrice
SGT
SGTI:
donna che dipinge
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GAM 1523
DTZ
DTZG:
XIX
Cronologia (DT)
DTZS:
metà
DTM:
firma,iscrizione
DTSI:
1874
DTSF:
1874
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
L'opera proviene dalla raccolta genovese degli eredi di Giuseppe Bertollo, battuta all’asta presso la Galleria Scopinich di Milano nel maggio 1928. Nel 1936 venne inserita nel volume relativo alla collezione di Luigi Frugone stilato da Enrico Somarè. Il dipinto affronta un piacevole soggetto femminile in termini neosettecenteschi, secondo modalità e suggestioni offerte all’artista forse dal soggiorno parigino del 1866, durante il quale ebbe occasione di conoscere l’opera di due virtuosi del pennello, Mariano Fortuny e Jean-Louis Meissonier.
Si conosce una versione probabilmente coeva ma di tono più abbozzato di questo quadro, appartenente a una collezione privata, nel quale sono state riconosciute le fattezze di Carolina Marignani, moglie dell’artista; al 1872 si riferisce invece un acquerello, già in una collezione privata milanese, considerato una prima idea per questa tela.
Il museo conserva altri due dipinti su tavola di Mosè Bianchi, appartenenti al legato di Lazzaro G.B. Frugone: "Barca a Chioggia" e "Vecchia Milano", databili entrambi alla metà degli anni Ottanta.
In questa tela, firmato e datato "Mosè Bianchi/Milano 1874", l’intensità della luce che illumina la scena serve a far risaltare la preziosità quasi miniaturistica dei particolari, risolti in cromie smaltate con un approccio che richiama lo stile del pittore Giuseppe Bertini, maestro di Bianchi. Al centro della scena la figura della pittrice spicca nelle sue vesti scure, concentrata sul dipinto che ha di fronte.
DES
DESS:
figure: donna
Iscrizioni (ISR)
ISRC:
firma
ISRL:
italiano
ISRS:
a pennello
ISRT:
corsivo
ISRP:
in basso a sinistra
ISRI:
Mosè Bianchi
ISRC:
data
ISRL:
italiano
ISRS:
a pennello
ISRT:
numeri arabi
ISRP:
in basso a sinistra
ISRI:
Milano, 1874
Notizie storico-critiche (NSC)
L'opera proviene dalla raccolta genovese degli eredi di Giuseppe Bertollo, battuta all’asta presso la Galleria Scopinich di Milano nel maggio 1928. Nel 1936 venne inserita nel volume relativo alla collezione di Luigi Frugone stilato da Enrico Somarè. Il dipinto affronta un piacevole soggetto femminile in termini neosettecenteschi, secondo modalità e suggestioni offerte all’artista forse dal soggiorno parigino del 1866, durante il quale ebbe occasione di conoscere l’opera di due virtuosi del pennello, Mariano Fortuny e Jean-Louis Meissonier.
Si conosce una versione probabilmente coeva ma di tono più abbozzato di questo quadro, appartenente a una collezione privata, nel quale sono state riconosciute le fattezze di Carolina Marignani, moglie dell’artista; al 1872 si riferisce invece un acquerello, già in una collezione privata milanese, considerato una prima idea per questa tela.
Il museo conserva altri due dipinti su tavola di Mosè Bianchi, appartenenti al legato di Lazzaro G.B. Frugone: "Barca a Chioggia" e "Vecchia Milano", databili entrambi alla metà degli anni Ottanta.