Tavola rettangolare raffigurante un gruppo di donne all'ombra di un pergolato.
DES
DESS:
figure: donne
Titolo (SGTT)
Pagine d'amore o la lettura
Altri titoli (SGTT)
Titolo (SGTT):
Lettera d'amore
Titolo (SGTT):
Pergolato
SGT
SGTI:
donne con libri e lettere
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GAM1568
DTZ
DTZG:
XX
Cronologia (DT)
DTM:
data,iscrizione
DTSI:
1907
DTSF:
1907
MTC
MTC:
tavola- pittura a olio
Notizie storico-critiche (NSC)
Quando il dipinto fu esposto alla Biennale veneziana del 1909, il successo della tela fu tale che lo scultore Domenico Trentacoste avanzò la proposta di acquistarlo "per la Galleria" (d'arte moderna di Firenze o di Venezia?), come risulta da un telegramma inviato per l'occasione da Antonio Fradeletto al proprietario del dipinto.
Oggi conosciuto come "Pagine d'amore", firmato e datato 1907, è invece indicato come "Lettera d'amore" in una lista di quindici opere di Tito con relativi prezzi in possesso del gallerista F. Stefani: lista che, allegata a una lettera del 21 maggio 1918, venne da questi inviata a Lazzaro G. B. Frugone. L'opera venne poi acquistata da Luigi che la pagò presumibilmente trentamila lire, prezzo alto di cui il mercante milanese era consapevole, e che denuncia l’ottima fama e l’alta quotazione di cui il pittore godeva nel mercato dell’arte, non solo in ambito nazionale. Assai vicino alle "Rappezzatrici" del 1903 raffigurante sempre lo stesso gruppo di donne sotto lo stesso pergolato, di cui pare in realtà il pendant, il dipinto rivela appieno il felice virtuosismo pittorico, la costante ricerca di effetti luminosi, di atmosfere vibranti e solari dell'autore, ai quali si accompagna tuttavia un tono bozzettistico, da "cartolina", del soggetto di genere e del taglio compositivo.
Tavola rettangolare raffigurante un gruppo di donne all'ombra di un pergolato.
DES
DESS:
figure: donne
Iscrizioni (ISR)
ISRC:
firma
ISRL:
italiano
ISRS:
a pennello
ISRT:
corsivo
ISRP:
nell'angolo in basso a destra
ISRI:
E. Tito
ISRC:
data
ISRL:
italiano
ISRS:
a pennello
ISRT:
numeri arabi
ISRP:
nell'angolo in basso a destra
ISRI:
1907
Notizie storico-critiche (NSC)
Quando il dipinto fu esposto alla Biennale veneziana del 1909, il successo della tela fu tale che lo scultore Domenico Trentacoste avanzò la proposta di acquistarlo "per la Galleria" (d'arte moderna di Firenze o di Venezia?), come risulta da un telegramma inviato per l'occasione da Antonio Fradeletto al proprietario del dipinto.
Oggi conosciuto come "Pagine d'amore", firmato e datato 1907, è invece indicato come "Lettera d'amore" in una lista di quindici opere di Tito con relativi prezzi in possesso del gallerista F. Stefani: lista che, allegata a una lettera del 21 maggio 1918, venne da questi inviata a Lazzaro G. B. Frugone. L'opera venne poi acquistata da Luigi che la pagò presumibilmente trentamila lire, prezzo alto di cui il mercante milanese era consapevole, e che denuncia l’ottima fama e l’alta quotazione di cui il pittore godeva nel mercato dell’arte, non solo in ambito nazionale. Assai vicino alle "Rappezzatrici" del 1903 raffigurante sempre lo stesso gruppo di donne sotto lo stesso pergolato, di cui pare in realtà il pendant, il dipinto rivela appieno il felice virtuosismo pittorico, la costante ricerca di effetti luminosi, di atmosfere vibranti e solari dell'autore, ai quali si accompagna tuttavia un tono bozzettistico, da "cartolina", del soggetto di genere e del taglio compositivo.