Contenitore a forma di tartaruga con la superficie superiore rivestita da conterie di vetro in giallo, rosso, blu, celeste, bianco e verde che segnano naso e occhi, un motivo centrale a scacchiera e due motivi cruciformi. Cinque conterie di legno tinte di nero sono legate alle estremità degli arti, della testa e della coda tramite striscioline di pelle.
Per realizzare questi amuleti si utilizzava una pelle di cervide conciata, che veniva tagliata a forma di lucertola per i maschi o di tartaruga per le femmine. Per la conciatura la pelle veniva tesa su dei pioli e con un raschiatoio si eliminavano residui di carne e cartilagini, quindi veniva lasciata stesa al sole per parecchi giorni. A questo punto la pelle veniva capovolta per rimuovere il pelo, tenuta a mollo e strofinata con una mistura di grassi animali per ammorbidirla. Dopo averla lasciata nuovamente asciugare, veniva stirata e lavorata sulle due facce con una correggia ritorta di cuoio grezzo. La parte inferiore e quella superiore dell'amuleto venivano cucite insieme sui bordi, e la superficie superiore era rivestita con aculei di porcospino. Gli aculei venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi venivano appiattiti con i denti o con le unghie. In un periodo più tardo, in seguito al contatto e ai conseguenti scambi con gli europei, gli aculei furono sostituiti da conterie di vetro o di porcellana policrome. Le estremità degli arti, della testa e della coda erano generalmente decorate con piccoli coni metallici.
Osservazioni (OSS)
Da catalogo esposizione Missioni Cattoliche Americane n.12 pag.141: "n. 2 cuscinetti a forma di tartarughe ornati di perle."
Per realizzare questi amuleti si utilizzava una pelle di cervide conciata, che veniva tagliata a forma di lucertola per i maschi o di tartaruga per le femmine. Per la conciatura la pelle veniva tesa su dei pioli e con un raschiatoio si eliminavano residui di carne e cartilagini, quindi veniva lasciata stesa al sole per parecchi giorni. A questo punto la pelle veniva capovolta per rimuovere il pelo, tenuta a mollo e strofinata con una mistura di grassi animali per ammorbidirla. Dopo averla lasciata nuovamente asciugare, veniva stirata e lavorata sulle due facce con una correggia ritorta di cuoio grezzo. La parte inferiore e quella superiore dell'amuleto venivano cucite insieme sui bordi, e la superficie superiore era rivestita con aculei di porcospino. Gli aculei venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi venivano appiattiti con i denti o con le unghie. In un periodo più tardo, in seguito al contatto e ai conseguenti scambi con gli europei, gli aculei furono sostituiti da conterie di vetro o di porcellana policrome. Le estremità degli arti, della testa e della coda erano generalmente decorate con piccoli coni metallici.
Osservazioni (OSS)
Da catalogo esposizione Missioni Cattoliche Americane n.12 pag.141: "n. 2 cuscinetti a forma di tartarughe ornati di perle."
Apparato iconografico/decorativo (AID)
AIDO:
apparato iconografico-decorativo
AIDA:
Decorazioni cruciformi.
AIDP:
Sul dorso dell'amuleto.
AIDI:
Simbolica. Per gli Arapaho rappresenta la "stella del mattino" mentre per i Dakota le quattro parti del globo, quattro cadaveri o il salvataggio di un compagno di tribù.
AIDD:
Conterie di vetro: infilatura/cucitura/punto coprente.
AIDO:
apparato iconografico
AIDD:
La tartaruga simboleggia la longevità; per i Dakota inoltre presiede alla funzioni fisiologiche femminili.
AIDC:
25F44
Localizzazione (PVC)
Stato (PVCS):
Italia
Regione (PVCR):
Liguria
Provincia (PVCP):
GE
Comune (PVCC):
Genova
Collocazione specifica (LDC)
Denominazione contenitore fisico (LDCN):
Museo delle Culture del Mondo Castello D'Albertis
Uso contenitore fisico (LDCF):
museo
Complesso monumentale di appartenenza (LDCC):
Museo delle Culture del Mondo Castello D'Albertis
Indicazioni viabilistiche (LDCU):
Corso Dogali, 18
Denominazione contenitore giuridico (LDCM):
Museo delle Culture del Mondo Castello D'Albertis
Specifiche (LDCS):
In esposizione dal 16 aprile 2004.
Sala: 9
Deposito: (D)
Scaffale: (K4/3B4)
LDCT:
castello
LDCQ:
civico
Descrizione (DES)
Contenitore a forma di tartaruga con la superficie superiore rivestita da conterie di vetro in giallo, rosso, blu, celeste, bianco e verde che segnano naso e occhi, un motivo centrale a scacchiera e due motivi cruciformi. Cinque conterie di legno tinte di nero sono legate alle estremità degli arti, della testa e della coda tramite striscioline di pelle.
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
Nativi Nord Americani (Dakota)
Dati di uso (UTU)
UTUT:
storico
UTUF:
Contenere il cordone ombelicale del neonato per la sua protezione durante la vita.
UTUM:
Appeso alla culla e successivamente fissato all'abito. Accompagnava il proprietario fino alla morte.
UTUO:
Subito dopo la nascita.
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTSV:
post
DTSL:
ante
DTM:
analisi stilistica,confronto
DTZG:
XIX
DTSI:
1850
DTSF:
1900
Altri inventari (INV)
INVN:
C.A.466
INVC:
C.D.A.
Altre localizzazioni geografico - amministrative (LA)
PRTK:
America settentrionale
PRTS:
Nord Dakota (U.S.A.)
PRTL:
Sioux Falls
PRCM:
Rev. Martin Kenel O.S.B.
TCL:
luogo di produzione/realizzazione
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCN:
Padiglione n.18
PRCU:
Spianata del Bisagno
PRCM:
Esposizione del IV centenario della scoperta dell'America
PRCS:
Attuale Piazza della Vittoria
PRDI:
1892
PRDU:
1893
TCL:
luogo di esposizione
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCN:
Palazzo Bianco
PRCU:
Via Garibaldi, 11
PRCM:
Museo di storia e arte (dal 1908)
PRDI:
1894
PRDU:
1921
TCL:
luogo di deposito
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRTK:
Europa
PRCN:
Palazzo Tursi
PRCU:
Via Garibaldi, 9
PRDI:
1921
PRDU:
1929
TCL:
luogo di deposito
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRVL:
Pegli
PRTK:
Europa
PRCN:
Villa Durazzo Pallavicini
PRCU:
Via Pallavicini, 11
PRCM:
Museo di etnografia americana e africana (dal 1936)
PRDI:
1929
PRDU:
1941
TCL:
luogo di deposito
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRVL:
Tiglieto
PRTK:
Europa
PRCN:
Badia di Tiglieto D'Orba
PRDI:
1941/45
PRDU:
1950 ante
TCL:
luogo di deposito
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRVL:
Pegli
PRCN:
Villa Durazzo Pallavicini
PRCU:
Via Pallavicini, 11
PRDI:
1950 ante
PRDU:
1952/53
TCL:
luogo di deposito
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCN:
Castello D'Albertis
PRCU:
Corso Dogali, 18
PRCS:
Deposito dal 1952/53 al 1971 e dal 1977 al 1991 - Esposizione dal 1972 al 1977